
La Wagner ha dato vita alla sua marcia verso Mosca per «esprimere una protesta» e «non per rovesciare il governo del Paese». Lo ha detto il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin in un messaggio audio. Wagner era destinato a cessare di esistere il primo luglio, ha spiegato Progozhin, nessuno dei suoi uomini aveva accettato di firmare il contratto con il ministero della Difesa russo come ordinato. Da qui, la decisione di marciare contro le truppe russe nella Federazione per combattere l’ingiustizia e salvare il gruppo, non per rovesciare la leadership a Mosca.
Prove di normalizzazione a Mosca a 48 ore dal fallito ammutinamento di Evgeny Prigozhin. La tv di Stato russa ha diffuso un video del ministro della Difesa, Sergei Shoigu, in visita ad un posto di comando avanzato di una delle formazioni impegnate sul fronte ucraino. Nelle immagini senza audio e senza indicazioni su luogo e tempo, Shoigu arriva in un aereo militare al posto di comando, ascolta i rapporti degli ufficiali e osserva una mappa del campo di battaglia. La diffusione delle immagini del ministro della Difesa, da mesi obiettivo dei feroci attacchi di Prigozhin, sembrerebbe un tacito sostegno del Cremlino allo stesso Shoigu di cui il capo della Wagner aveva chiesto la testa.
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto che il gruppo Wagner continuerà a operare in Mali e Repubblica Centroafricana.
Sul fronte diplomatico, dopo l’appoggio arrivato ieri da Pechino, anche Teheran si schiera dalla parte di Mosca. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi e Vladimir Putin si sono sentiti in mattinata e «il presidente iraniano ha espresso pieno sostegno alla leadership russa in relazione agli eventi del 24 giugno», ha fatto sapere il Cremlino.
Gli eventi del fine settimana hanno «messo a nudo la debolezza del regime di Putin», ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, che ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Usa, Joe Biden. Zelensky ha inistito nella richiesta all’Occidente di esercitare una pressione globale sulla Russia e ha aggiunto che con Biden si è anche discusso di espandere la cooperazione in materia di difesa con un’enfasi sulle armi a lungo raggio.
Ma l’Occidente resta prudente: secondo il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, «Gli eventi del fine settimana sono una questione interna russa», anche se la ribellione del gruppo mercenario Wagner dimostra che Mosca ha commesso un errore strategico dichiarando guerra all’Ucraina. «E' l’ennesima dimostrazione del grande errore strategico che il presidente Vladimir Putin ha commesso con la sua annessione illegale della Crimea e la guerra contro l’Ucraina», ha detto Stoltenberg parlando con i giornalisti a Vilnius. Per il primo ministro britannico Rishi Sunak, è «troppo presto» per prevedere le conseguenze della fallita rivolta di Wagner, ma il Regno Unito è preparato per una serie di scenari in Russia. «E' una situazione che analizziamo e monitoriamo da tempo perchè siamo consapevoli dell’impatto potenzialmente destabilizzante della guerra illegale della Russia in Ucraina e, in effetti, delle tensioni tra il gruppo Wagner e il regime di Putin», ha aggiunto. Più netto il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, secondo cui gli eventi del fine settimana mostrano che la potenza militare della Russia si sta «sgretolando» e il «mostro creato da Putin si sta rivoltando contro di lui».
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