Terminata la riunione all’Eliseo tra il presidente francese, Emmanuel Macron, la premier Elisabeth Borne, e sette dei loro ministri, per fare il punto sulla situazione di crisi scatenata dalle proteste per la morte di Nahel, il giovane di origine algerina ucciso martedì da un poliziotto. Lo riferiscono i media francesi.
Le prime auto stanno lasciando l’Eliseo, dopo una riunione durata un’ora e mezzo. Alla riunione, erano presenti tra gli altri il ministro dell’Interno Gerald Darmanin e il Guardasigili, Eric Dupond-Moretti.
La cronaca
"E' stata una notte più tranquilla grazie all'azione risoluta delle forze dell'ordine". Lo ha detto il ministro degli interni francese, Gérald Darmanin, commentando la quinta notte di proteste e violenze urbane che fanno seguito all'uccisione da parte della polizia del giovane Nahel Merzouk a Nanterre, nella banlieue parigina. Nella notte i fermi sono stati 719.
Scontri sono avvenuti a Parigi, nella zona degli Champs Elysées, a Marsiglia, a Lione, a Nizza e a Rennes. A Brest in fiamme una concessionaria della Renault. In totale gli arresti sono stati 486, di cui 194 nella capitale d'oltralpe. La rivolta ha contagiato anche la Svizzera dove sono stati segnalati incidenti e saccheggi nel centro di Losanna.
Sono dinamici, connessi e, secondo le autorità, spesso "molto giovani". E' il profilo di alcuni dei manifestanti che in questi giorni in Francia hanno pianto "la loro rabbia" dopo la morte di Nahel, 17 anni, ucciso da un poliziotto durante un controllo e hanno marciato attraversando le grandi città del Paese. "L'età media è di 17 anni", ha dichiarato oggi il ministro Darmanin, in riferimento alle persone fermate. Alcuni di loro hanno già iniziato a comparire nei tribunali della regione parigina. Sono studenti delle superiori, in formazione professionale, baristi, giovani appena maggiorenni e molti dei quali con la fedina penale pulita.
Macron annulla la visita in Germania - Tensione sempre altissima in Francia, dove nel pomeriggio si sono svolti i funerali di Nahel, il 17enne di Nanterre la cui morte - per mano di un poliziotto - ha infiammato il paese. Tensione e commozione alla moschea, a migliaia hanno chiesto "giustizia per Nahel" ma non ci sono stati incidenti. Si va però verso una quinta notte di scontri, ancora 45.000 poliziotti schierati con rinforzi "enormi" annunciati da Gérald Darmanin per le due città più a rischio nelle ultime ore, Lione e Marsiglia.
Emmanuel Macron intanto "vuole restare in Francia nei prossimi giorni", ed ha rinviato la visita di stato in Germania che era in programma da domani. Blindati, elicotteri, reparti speciali della GIGN: a Marsiglia e Lione, le due città che la notte tra venerdì e sabato hanno più sofferto per la violenza degli incidenti, hanno visto affluire una quantità senza precedenti di rinforzi. Darmanin ha assicurato di aver "impegnato mezzi enormi" nelle due città "senza sguarnire il resto". Tanto da evitare di dichiarare il coprifuoco che in molti invocavano. Se a Parigi e nell'Ile-de-France si conta sul trend che ieri ha fatto registrare una serata relativamente più calma della precedente, Lione ha visto nelle ultime 48 ore violenze "senza precedenti", come hanno ripetuto le autorità locali.
Fra gli episodi che hanno provocato più emozione, l'incendio di una mediateca a Metz la notte scorsa, con i documenti e il materiale informatico andati in fiamme per un danno incalcolabile. L'istituto avrebbe festeggiato l'anno prossimo 30 anni di attività. A Montargis, nel centro del paese (la Loira), sono stati dati alle fiamme tre edifici. In uno di questi, è letteralmente andata in cenere la farmacia della piazza centrale. A fronte dell'impressionante numero di fermati ieri notte, oltre 1.300, sono stati segnalati 1.350 veicoli incendiati, 266 edifici in fiamme o danneggiati gravemente, fra cui 26 municipi e 24 scuole. Minore il numero degli incendi sulle strade (cassonetti e arredo urbano), 2.560. Mentre sono stati 31 gli assalti ai commissariati, 16 quelli ai posti di polizia municipale, 11 a caserme di gendarmeria. Almeno 79 i poliziotti e gendarmi feriti. Sia Darmanin, sia il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, hanno fatto eco all'appello lanciato ieri da Macron alle famiglie, affinché "tengano a casa" i figli minorenni: "Bisogna ripetere ai genitori di badare ai loro ragazzi - ha detto il guardasigilli - i genitori che non se ne interessano e quelli che li lasciano andare in giro la notte pur sapendo dove vanno, rischiano 2 anni di carcere e 30.000 euro di multa. Non spetta allo stato educare i bambini, lo stato può aiutare i genitori ma non può sostituirsi a loro".
Il corpo del giovane Nahel, in una cassa bianca, è stato intanto sepolto nel cimitero del Mont-Valérien davanti a qualche centinaio tra familiari, amici e coetanei di Nanterre. Per l'ultimo saluto c'erano la nonna e la mamma, che lo ha cresciuto da solo e che ultimamente lo aveva visto, come molti suoi amici in banlieue, abbandonare la scuola e cominciare a guadagnare i primi soldi come "rider", dedicandosi nel tempo libero al rap e alle moto. E alla sua passione sportiva per il rugby.
La rivolta dilaga anche in Svizzera
La rivolta che sta incendiando le "banlieue" in Francia fa proseliti anche in Svizzera, dopo gli appelli alla protesta lanciati dai manifestanti su Snapchat e Tiktok. A Losanna ci sono stati scontri in centro, con 200 giovani che hanno affrontato la polizia, riferisce il sito '20 minutes'. Un negozio della Fnac e un negozio di scarpe sono stati saccheggiati.
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