E’ stata aggredita, picchiata, le hanno rotto le dita e rasato la testa, ricoperta poi con un antisettico verde: Elena Milashina, giornalista di Novaja Gazeta ed 'erede' di Anna Politkovskaja è ricoverata in ospedale in Cecenia dopo che è stata attaccata, insieme all’avvocato Alexander Nemov, da uomini armati mentre si trovava in Cecenia.
In una foto che circola su Twitter si vede la reporter con entrambe le mani fasciate, la testa rasata e ricoperta, insieme alla faccia, di una sostanza verde. Sembra che si tratti di un antisettico comunemente venduto in Russia e già utilizzato nel 2017 per due volte in attacchi contro l’oppositore del Cremlino, Alexei Navalny; ha effetti collaterali sia sulla pelle che agli occhi e può arrivare a causare cecità.
La giornalista e il legale stavano andando in tribunale per assistere alla sentenza dove Zarema Musaeva, la madre di due attivisti per i diritti umani in Cecenia, è stata condannata a 5 anni e 6 mesi di reclusione da una Corte di Grozny. Lo riferisce il sito russo Meduza, citando l’organizzazione Gruppo contro la Tortura. La donna è stata riconosciuta colpevole di frode e violenza contro un agente di polizia. La Musaeva è moglie di Saidi Yangulbaev, un ex giudice della Corte Suprema della Cecenia. I suoi figli sono Abubakar Yangulbaev, attivista per i diritti umani, e Ibragim Yangulbaev, che si ritiene cofondatore del movimento di opposizione Adat. Entrambi hanno lasciato la Cecenia dopo che la madre, secondo gli attivisti, era stata rapita dalle forze di sicurezza cecene a Nizhny Novgorod, in Russia, ed era stata portata in Cecenia.
Una foto tratta dal profilo Telegram di Sergey Babinets (responsabile della squadra anti-tortura): Yelena Milashina la Giornalista russa di Novaya Gazeta picchiata in Cecenia
Cremlino, grave l'aggressione alla giornalista in Cecenia
Il presidente russo Vladimir Putin è stato «informato» dell’aggressione in Cecenia alla giornalista di Novaya Gazeta Elena Milashina: «Si tratta di un’aggressione molto grave che richiede risposte energiche», ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, come riporta Interfax.
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