Attacco russo su Zaporizhzhia, ucciso un poliziotto. Zelensky licenzia tutti i funzionari di reclutamento
Un agente di polizia è morto e altre 12 persone, tra cui 4 poliziotti, sono rimaste ferite questa mattina in un bombardamento russo sulla città di Orikhov, nella regione di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il ministro dell’Interno ucraino, Ihor Klymenko, come riporta Rbc-Ucraina. I medici stanno lottando per la vita dei feriti, molti dei quali sono in gravi condizioni, ha precisato il ministro, aggiungendo che la vittima era «un capitano della polizia di 31 anni».
Mosca: "Abbattuti 20 droni diretti in Crimea"
La Russia ha annunciato sabato di aver abbattuto 20 droni ucraini vicino alla penisola di Crimea. Quattordici sono stati distrutti dai sistemi di difesa aerea e altri sei sono stati soppressi dalla guerra elettronica, ha riferito il ministero della Difesa su Telegram. Non ci sono state vittime o danni, ha precisato. A Mosca, le autorità hanno annunciato venerdì di aver distrutto un drone diretto verso la capitale, l’ultimo di una serie di attacchi alla città negli ultimi giorni. Un drone ucraino è stato distrutto sopra la periferia occidentale di Mosca, ha detto il ministero della Difesa, aggiungendo che non ci sono state vittime o danni a seguito dell’incidente. A luglio, gli attacchi dei droni ucraini sulla Crimea hanno fatto saltare in aria un deposito di munizioni e danneggiato il ponte sullo stretto di Kerch che collega la penisola alla Russia continentale.
Pugno duro di Zelensky, licenziati tutti gli ufficiali di reclutamento
In guerra la fedeltà è tutto, non c'è spazio per la corruzione, non c'è pietà per il tradimento. Così, il presidente Volodymyr Zelensky ha licenziato tutti i funzionari regionali incaricati del reclutamento militare, per sradicare un sistema che consentiva ai coscritti di sfuggire all’esercito. «Arricchimento illegale, legalizzazione di fondi ottenuti illegalmente, profitti illeciti, trasporto illegale attraverso la frontiera di coscritti», ha denunciato il leader ucraino. «La nostra soluzione: licenziamo tutti i commissari militari». Un pugno duro, quello di Zelensky, su chi agisce contro il suo stesso Paese mentre non si vede pace all’orizzonte. Anzi, il conflitto continua ad allungarsi fino a Mosca, dove un drone è stato abbattuto con i suoi detriti caduti sull'argine di Karamyshevskaya. Ennesimo raid che ha spinto le autorità a chiudere per alcune ore l’aeroporto moscovita di Vnukovo e anche lo scalo di Kaluga, a 160 km a sudovest della capitale. Da giorni ormai i raid sono quotidiani, e secondo il portavoce dell’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, le cose potranno solo che peggiorare per i moscoviti: «Sarebbe logico ipotizzare un aumento degli attacchi giornalieri» sulla capitale russa, ha affermato il funzionario, parlando di una «certa giustizia» nei raid di rappresaglia dell’Ucraina sulla città. Se da una parte è ormai chiaro che il territorio russo non è salvo dalle bombe e dai droni, dall’altra la martoriata Ucraina continua a subire la pioggia di bombe russe. I raid degli invasori hanno preso nuovamente di mira la capitale Kiev con missili ipersonici Kinzhal, abbattuti dall’antiaerea ma i cui detriti hanno colpito un ospedale pediatrico nel distretto di Obolon della città. I micidiali 'pugnalì russi sono stati lanciati anche a ovest, nella regione di Ivano-Frankivsk, dove i russi hanno messo nel mirino l’aeroporto di Kolomyia: due missili hanno colpito la zona dello scalo, mentre uno è caduto in una vicina area residenziale uccidendo un bambino di otto anni. Si chiamava Volodia, e va ad aggiungersi alla lista troppo lunga delle vittime innocenti di una guerra che non conosce pietà di fronte a nessuno, nemmeno i più piccoli. E che non conosce zona franca o rispetto nemmeno per le strutture utilizzate dagli operatori internazionali. E’ emerso infatti che l'attacco russo che ha causato un morto e almeno 16 feriti a Zaporizhzhia, ha colpito l’hotel Reikartz, che veniva spesso usato dal personale delle Nazioni Unite e dagli operatori delle ong. A denunciarlo è stata la stessa coordinatrice umanitaria dell’Onu in Ucraina, Denise Brown, dicendosi «sconcertata" dall’attacco. Sul fronte, gli occhi intanto continuano a essere puntati a nordest sul nuovo epicentro di Kupiansk, dove Mosca continua a rivendicare un «miglioramento della situazione tattica». A sud, gli invasori hanno invece annunciato di aver colpito un centro di raccolta dei mercenari stranieri. Con la guerra che non vede tregua, si corre alle armi: secondo Spiegel, il governo tedesco sta valutando di fornire all’Ucraina i sofisticati missili da crociera Taurus a patto di non utilizzarli in attacchi sul territorio russo. Per quanto riguarda i tanto desiderati caccia occidentali, alti funzionari ucraini hanno espresso al Washington Post la loro delusione per i ritardi dei partner nell’addestramento dei piloti all’uso degli F-16. Secondo le fonti al Wp, un primo gruppo di sei piloti ucraini completerà infatti l’addestramento per i jet non prima della prossima estate. «Questo si chiama tirarla per le lunghe», ha detto uno dei funzionari. Nel frattempo, la Casa Bianca ha chiesto al Congresso altri 40 miliardi di nuove spese urgenti, di cui 24 miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina. Con i due fronti che non sono disposti a cedere su nulla, non c'è ancora spazio per una soluzione mediata del conflitto. Secondo il falco di Putin, Dmitry Medvedev, ad aprire la strada della pace potrebbe essere la resa di Kiev, una opzione impossibile per l’Ucraina e l’Occidente. Come è impossibile "qualunque dialogo civile» con la Russia, secondo il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak che su X posta un video di un razzo russo che colpisce un parco di Zaporizhzhia, tra bambini che giocano e famiglie. A dare un segnale di apertura è invece il leader bielorusso Alexander Lukashenko. Dopo giorni di tensioni con Varsavia, l'alleato di Putin ha chiesto al suo governo di «contattare» la vicina Polonia, affermando di essere pronto al dialogo: "Dobbiamo parlare con i polacchi. Siamo vicini e non si scelgono i propri vicini».
Kiev, "Già 58 Paesi sostengono la formula di pace ucraina"
Sono già 58 i Paesi che sostengono la formula di pace annunciata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky lo scorso novembre: lo ha reso noto il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andry Yermak, come riporta Ukrinform. «Quinto incontro con i rappresentanti delle missioni diplomatiche straniere sull'attuazione della Formula di pace di Volodymyr Zelensky. Già 58 Paesi sono con noi», ha scritto l'alto funzionario su Telegram. L’incontro si è tenuto a Gedda, in Arabia Saudita, il 5-6 agosto 2023. All’incontro precedente erano presenti i rappresentanti di 43 Paesi, ha aggiunto. Yermak ha annunciato i preparativi per il prossimo incontro a livello di consiglieri dei capi di Stato dedicato alla discussione della formula di pace ucraina. Il piano, annunciato per la prima volta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Vertice del G20 del novembre 2022, contiene 10 punti: sicurezza nucleare e radioattiva; sicurezza alimentare; sicurezza energetica; rilascio di tutti i prigionieri; attuazione della Carta delle Nazioni Unite e ripristino dell’integrità territoriale e dell’ordine mondiale; ritiro delle truppe russe e cessazione delle ostilità; ripristino della giustizia, della sicurezza e dell’ordine pubblico.