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Rudy Giuliani, da pm e sindaco d'America a imputato

Sull'ex legale di Trump la nemesi della legge che lo rese famoso

Rudolph Giuliani

Si è battuto con le unghie e con i denti per sconfiggere la malavita a New York e ha avuto successo. Ora la stessa legge che usò negli anni 1980 contro i boss di cinque famiglie mafiose di origini italiane nella Grande Mela gli si ritorce contro e rischia di far finire Rudolph Giuliani in carcere a 80 anni. Fani Willis, la procuratrice distrettuale della contea di Fulton, in Georgia, ha probabilmente inflitto alla reputazione dell’ex sceriffo di New York e fedelissimo di Donald Trump il colpo finale, incriminandolo per le elezioni del 2020 insieme ad altre 18 persone (incluso l’ex presidente) sulla base del Rico, il Racketeering Influenced and Corrupt Practices usato contro i boss della mafia. Un’accusa pesante che sembra essere il colpo di grazia anche per un uomo dalle mille vite come Giuliani.

Padre e madre di origini italiane, tre mogli e due figli, il fedelissimo di Trump vanta alle sue spalle una carriera di avvocato e procuratore newyorchese: è stato lui lo sceriffo che nella seconda metà degli anni '90 ha ripulito le strade della Grande Mela dal crimine, usando pugno duro e tolleranza zero verso ogni tipo di reato. Nei suoi ultimi mesi da primo cittadino arrivò l’11 settembre, e fu incoronato sindaco d’America, simbolo di un Paese che resisteva e che non avrebbe mai ceduto davanti alla barbarie del terrorismo. Fu quello l’apice della sua popolarità. Poi una parabola discendente. A rilanciarlo fu proprio Trump che ne fece uno dei suoi consiglieri più fidati, uno dei suoi legali personali, e che nel 2016 per un attimo lo prese in considerazione anche per la poltrona di segretario di Stato. Il tycoon decise però che il vero compito da affidare a Giuliani era quello di suo braccio operativo, colui che nell’ombra sbrigava il lavoro sporco, come l’improbabile crociata legale per sovvertire il voto negli Stati chiave persi da Trump.

Proprio su questa crociata Giuliani si gioca tutto. Chi pensava che avesse toccato il fondo con la conferenza stampa in un parcheggio prenotato per sbaglio dai suoi uomini convinti di aver preso una sala al Four Seasons, si è sbagliato. Così come si è sbagliato chi pensava che il punto più basso fosse l'immagine di Giuliani con il mascara che gli colava sul viso mentre cercava di convincere gli americani che le elezioni presidenziali erano state truccate e che Joe Biden non aveva vinto. Per Giuliani la battaglia finale inizia ora ed è tutta in salita, considerato che all’appuntamento in Georgia si presenta con le casse vuote, tanto da non poter farsi carico delle spese legali. Il suo punto più basso potrebbe non essere stato ancora toccato e, se condannato, potrebbe essere il carcere.

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1 Commento

marini

17/08/2023 14:07

Pur essendo non di parte, non posso non notare come questo sia il classico esempio, nel mondo occidentale, dell'uso politicizzato della giustizia come nei peggiori paesi con dittatura. E poi si ergono a paladini dei diritti. Si. Dei diritti degli omosessuali e dei neri. Il resto della popolazione "normale" o bianca non ha diritti.

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