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Lukashenko: la guerra si poteva evitare e ora si può fermare. Sarkozy: diversi dai russi ma ne abbiamo bisogno e loro di noi

Il conflitto in Ucraina poteva essere evitato, e «può essere fermato ora». Lo ha detto il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko citato dalle agenzie russe. Lukashenko ha auspicato l’avvio di negoziati «senza precondizioni». «Penso - ha sottolineato il presidente bielorusso in un’intervista alla giornalista ucraina Diana Panchenko, ripresa dalle agenzie russe - che questo sia un principio classico della diplomazia. C'è il bisogno di sedersi al tavolo negoziale e discutere di tutto, compresi la Crimea, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Tutto deve essere discusso. Ci sediamo e mettiamo a punto un’agenda».

Il presidente bielorusso: Aiutiamo Mosca ma non entreremo in guerra

La Bielorussia «aiuterà sempre la Russia», ma se gli ucraini non varcheranno i confini bielorussi, Minsk non entrerà in guerra contro Kiev. Lo ha detto il presidente Aleskandr Lukashenko in un’intervista con la giornalista ucraina Diana Panchenko, ripresa dalle agenzie russe. Lukashenko ha ammesso che alcune unità dell’esercito russo sono entrate durante il conflitto in territorio ucraino dalla Bielorussia. Truppe russe sono entrate dalla Bielorussia in Ucraina all’inizio del conflitto, nel febbraio 2022, ha ammesso Lukashenko, confermando una notizia già di pubblico dominio. «Perché truppe russe hanno varcato il confine tra la Bielorussia e l’Ucraina nella regione di Chernobyl, dovreste chiederlo a Zelensky», ha aggiunto il presidente bielorusso.

Sarkozy: Putin ha sbagliato, ma una volta detto va trovata via d’uscita

I russi sono slavi. Sono diversi da noi. La discussione è sempre difficile e ha causato molti malintesi nella nostra storia comune. Nonostante questo noi abbiamo bisogno di loro e loro hanno bisogno di noi». Lo ha affermato Nicolas Sarkozy in un’intervista a Le Figaro. «Putin ha sbagliato, quello che ha fatto è grave e si traduce in un fallimento - ha aggiunto -, ma una volta detto questo bisogna trovare una via d’uscita». «Ho avuto profondi contrasti con Vladimir Putin, mi sono assunto le mie responsabilità nel 2008, quando ero presidente di turno del Consiglio Ue», ha detto ancora l’ex presidente francese. «Lo avevo convinto a ritirare i suoi carri armati che erano a 25 chilometri da Tbilisi. Ma allo stesso tempo, con Angela Merkel, avevamo dimostrato di essere consapevoli delle sue linee rosse. Per questo abbiamo rifiutato l’adesione di Ucraina e Georgia alla Nato, nonostante le forti pressioni americane. Non volevamo che Putin scivolasse nella paranoia anti-occidentale che è stata a lungo la tentazione dei leader russi. Il complesso di accerchiamento del Cremlino è una vecchia storia. Putin ha sbagliato. Quello che ha fatto è grave e si traduce in un fallimento. Ma una volta che l’hai detto, devi andare avanti e trovare una via d’uscita. La Russia è un vicino dell’Europa e tale rimarrà». Nell’intervista Sarkozy ha anche evocato l’ipotesi di un referendum sulla Crimea «organizzato sotto lo stretto controllo della comunità internazionale». Affermazioni queste ultime che hanno scatenato aspre critiche in Francia, a partire da Julien Bayou, leader degli ecologisti, che ha parlato di un’intervista "scioccante», e ha attaccato Sarkozy, «comprato dai russi», ha detto, riferendosi ai legami emersi di recente con una compagnia di assicurazioni russa: un appalto da 3 milioni di euro oggetto dal 2021 di un’indagine.

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