La base Unifil di Naqoura, nel sud del Libano, non era l’obiettivo ma un razzo lanciato da Hezbollah ha colpito un’area logistica dove in quel momento non si trovavano militari. Un episodio, precisano fonti militari, dovuto ad un calcolo errato della traiettoria ma che ha fatto scattare la procedura prevista in questi casi: tutti i militari della base sono entrati nei bunker per poi uscire a cessato allarme. Un episodio che comunque pone il tema sicurezza anche per i militari italiani impiegati nella missione Unifil in Libano, circa un migliaio di cui 100 impiegati nella base di Naqoura. «Non avevamo bisogno succedesse questo per essere in allerta -dice il ministro della Difesa Guido Crosetto Da giorni ci coordiniamo con l’Onu e c'è un valutazione continua che si fa ora per ora. Ma qualora non ci fossero le condizioni di sicurezza per i nostri militari, faremmo le stesse valutazioni fatte per il contingente a Gerico». Oggi infatti i carabinieri impegnati nella missione addestrativa italiana in Palestina (Miadit) sono tornati da Gerico. «La situazione non è più tranquilla», aveva detto ieri Crosetto annunciando il ritorno dei circa 20 carabinieri impegnati nell’addestramento degli appartenenti alla Palestinian Security Forces, le forze di sicurezza del ministero dell’Interno della Palestina, presso il polo addestrativo di Gerico.
«La situazione è diventata man mano più difficile, tanto da rendere impossibile proseguire con le nostre attività che ormai erano ridotte al minimo e con i pochi presenti nell’area di Gerico», riferisce un carabiniere rientrato da Gerico a Pisa. «I movimenti su quel territorio ora erano difficili per tutti, anche per noi. Si era creata una tale situazione di instabilità da non poter garantire la nostra sicurezza», aggiunge il carabiniere. Tra i compiti della missione vi era l’insegnamento delle tecniche di polizia, della gestione dell’ordine pubblico, delle tecniche investigative, della protezione del patrimonio culturale e del concorso alla creazione delle condizioni per la stabilizzazione dei territori palestinesi. La Miadit nasce nel 2012 a margine del tavolo di coordinamento per lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra Italia e autorità Palestinese, nel corso del quale il ministro dell’Interno palestinese chiese il supporto dell’Arma dei Carabinieri per addestrare le forze di sicurezza palestinesi. La richiesta fu positivamente accolta dall’autorità politica nazionale, che autorizzò il lancio di una missione di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi in Gerico, da parte di una 'training unit' dell’Arma dei Carabinieri, in due cicli annuali di 12 settimane ciascuno. Ora la valutazione sulla sicurezza, anche se -come precisa il responsabile della Difesa- in costante coordinamento con l’Onu, verrà fatta anche per i militari italiani impegnati in Libano. Fonti militari precisano però che al momento l’evacuazione della base, la cui decisione spetta all’Onu, non è prevista.
Sgombero della striscia di Gaza
Intanto, l'esercito israeliano ha iniziato oggi lo sgombero della città di Sderot, situata a ridosso della striscia di Gaza, che è stata teatro di efferatezze da parte di commando di Hamas e che è stata colpita ripetutamente dai lanci di razzi. ''Non è questo il momento di restare in città'', ha detto il sindaco Allon Davidi. I suoi 30mila abitanti avranno diritto di soggiornare in pensioni a spese dello Stato, in luoghi più sicuri di Israele. Secondo i media, l'evacuazione non è obbligatoria e chi lo ritiene opportuno può restare nella propria abitazione. Israele avvierà "operazioni militari significative" solo una volta che i civili avranno lasciato Gaza: lo ha detto alla CNN il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (IDF). "La cosa importante su cui concentrarsi è che inizieremo operazioni militari significative solo quando vedremo che i civili avranno lasciato l'area", ha detto il tenente colonnello Jonathan Conricus. "È davvero importante che la gente a Gaza sappia che siamo stati molto, molto generosi con il tempo. Abbiamo dato ampio preavviso, più di 25 ore". L’esercito israeliano sta nuovamente colpendo il sud del Libano dopo il missile anti tank lanciato da oltre frontiera. Lo ha fatto sapere il portavoce militare.
Il ministero della Sanità dell’Anp ha riferito che il numero dei morti nei raid israeliani dal 7 ottobre a Gaza e in Cisgiordania è salito a 2.384, mentre i feriti sono 10.250.
In particolare, scrive l’agenzia palestinese Wafa, «nella Striscia sono state uccise 2.329 persone, la maggior parte dei quali erano bambini e donne, mentre il numero dei feriti ha raggiunto 9.042. In Cisgiordania, il numero dei morti è salito ieri a 55, dopo la morte ieri del sedicenne Muhammad Rifaat Adwan, nel governatorato di Tulkarem, mentre il numero dei feriti è salito a oltre 1.200». Intanto Sono risuonate nuovamente le sirene D’allarme a Tel Aviv.
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