Israele fa irruzione nell'ospedale al-Shifa a Gaza con 100 soldati. Hamas, sì all'accordo: 50 ostaggi per 3 giorni di tregua
L’esercito israeliano ha avviato «un’operazione precisa e mirata» contro Hamas nell’ospedale al-Shifa, il più grande ospedale di Gaza, invitando i terroristi ad arrendersi. «Sulla base delle informazioni di intelligence e di una necessità operativa, le forze dell’Idf stanno portando avanti un’operazione precisa e mirata contro Hamas in un’area specifica dell’ospedale Shifa», ha detto l’Idf nel comunicato. Allo Shifa i soldati israeliani hanno trovato armi e risorse di Hamas nell’area che «indicano la presenza del gruppo terroristico». Lo ha fatto sapere l’esercito secondo cui non ci sono indicazioni di ostaggi israeliani tenuti al momento nell’ospedale, ma si ritiene che l’operazione possa portare «informazioni di intelligence sui rapiti». L’esercito ha poi sottolineato che «non ci sono state frizioni» tra soldati, medici e pazienti dell’ospedale. «L'operazione non intende danneggiare i pazienti, il personale medico o i cittadini presenti nell’ospedale», ha sottolineato l’esercito israeliano aggiungendo che la direzione dello Shifa è stata allertata prima che le truppe israeliane entrassero nel complesso. Sul suo account in ebraico X, l’Idf avrebbe anche fatto capire che una volta all’interno della struttura, avrebbe continuato ad essere presente, dicendo: «Nel prosieguo dell’operazione, si prevede che incubatrici, attrezzature mediche e alimenti per bambini saranno trasferiti all’ospedale». Il ministero della Sanità di Gaza, citato dall’agenzia di stampa palestinese Shebab, ha detto che «decine di soldati» sono entrati nell’edificio del pronto soccorso e che i carri armati stazionano nel complesso. Secondo quanto riferisce il Guardian, un testimone all’interno dell’ospedale ha dichiarato alla Bbc di aver visto sei carri armati e più di 100 soldati all’interno del complesso ospedaliero, nell’area intorno al pronto soccorso. Ahmed Mokhallalati, un chirurgo di al-Shifa, ha riferito ad Al Jazeera che carri armati e bulldozer israeliani sono entrati nel complesso. «Il fuoco è ancora intenso e sentiamo esplosioni ovunque», ha detto. Il ministro della Sanità palestinese ha accusato Israele di «crimini contro l’umanità» all’ospedale al-Shifa, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa palestinese Wafa. Le cifre variano molto sul numero di persone presenti nel sito. Domenica, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato in circa 1.500 gli sfollati, fino a 650 i ricoverati e da 200 a 500 gli operatori sanitari. Secondo un portavoce del Ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, attualmente ci sono 1.500 persone nel complesso tra pazienti, personale medico e sfollati. Il portavoce ha aggiunto che solo il 10% del personale medico totale, tra le 500 e le 600 persone, si trova attualmente all’interno dell’ospedale. Un funzionario della Casa Bianca, intervenuto dopo l’annuncio dell’operazione, ha dichiarato di non voler assistere a uno scontro a fuoco in un ospedale. La Reuters ha citato un portavoce del Consiglio di Sicurezza interna della Casa Bianca, che ha preferito restare anonimo. «Noi - ha detto il portavoce - non sosteniamo l’attacco aereo dell’ospedale e non vogliamo vedere combattimenti dentro l’ospedale con persone innocenti, gente indifesa e persone malate che potrebbero ritrovarsi in mezzo alla sparatoria». «Gli ospedali - ha concluso - devono essere protetti». Hamas ha accusato il presidente Usa Joe Biden di essere «interamente responsabile» dell’operazione israeliana nell’ospedale di al-Shifa. «Riteniamo l’occupazione (Israele) e il presidente Biden totalmente responsabili dell’assalto al complesso medico di Al-Shifa», ha dichiarato Hamas in un comunicato definendo la mossa un «crimine barbaro contro una struttura medica protetta dalla Quarta Convenzione di Ginevra». «L'occupazione israeliana e tutti coloro che hanno colluso con essa per uccidere bambini, pazienti e civili innocenti saranno chiamati a risponderne», ha affermato il gruppo. Intanto Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno parlato «a lungo» in un colloquio telefonico degli sforzi in corso per garantire il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas, tra cui molti bambini e alcuni americani. La Casa Bianca martedì aveva dichiarato di essere in possesso di informazioni a sostegno delle affermazioni di Israele secondo cui Hamas e la Jihad islamica palestinese utilizzano alcuni ospedali della Striscia di Gaza, tra cui l’ospedale al-Shifa, per nascondere o sostenere le loro operazioni militari e per tenere ostaggi. «Questo è un crimine di guerra», ha dichiarato il portavoce della sicurezza nazionale John Kirby, aggiungendo che queste azioni di Hamas non diminuiscono la responsabilità di Israele di proteggere i civili nel corso delle sue operazioni militari. Hamas ha dichiarato di condannare e respingere con forza le affermazioni, aggiungendo che queste dichiarazioni «danno il via libera all’occupazione israeliana per commettere ulteriori brutali massacri contro gli ospedali». Netanyahu in un post su X ha detto che «non è Israele a prendere deliberatamente di mira i civili, ma Hamas che ha decapitato, bruciato e massacrato i civili nei peggiori orrori perpetrati sugli ebrei dopo l’Olocausto». Il primo ministro israeliano ha replicato così alle dichiarazioni del premier canadese Justin Trudeau che aveva detto che Israele deve fermare «questa uccisione di donne, di bambini, di neonati» a Gaza. «Mentre Israele fa di tutto per tenere i civili lontani dal pericolo, Hamas fa di tutto per tenerli in pericolo. Israele offre ai civili di Gaza corridoi umanitari e zone sicure, Hamas impedisce loro di uscire sotto la minaccia delle armi. E’ Hamas, non Israele, a dover rispondere di aver commesso un doppio crimine di guerra: colpire i civili e nascondersi dietro di loro.Le forze della civiltà devono sostenere Israele nello sconfiggere la barbarie di Hamas», ha aggiungto Netanyahu. Quaranta pazienti sono morti nella giornata di ieri nell’ospedale al Shifa di Gaza: lo rende noto l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha), che cita il ministero della Sanità della Striscia. L’Ocha aggiunge che solo uno degli ospedali a Gaza City e nel nord di Gaza è ancora operativo, sia pur a livello minimo: tutti gli altri hanno cessato le operazioni a causa della mancanza di energia elettrica, farmaci, ossigeno, cibo e acqua, aggravata dai bombardamenti e dai combattimenti nelle loro vicinanze. Si tratta dell’ospedale al Ahli di Gaza City, precisa l'Ufficio dell’Onu per gli Affari umanitari, che ospita oltre 500 pazienti ed è l’unica struttura medica in grado di ricoverare pazienti nel nord della Striscia. «Tuttavia - sottolinea -, anch’esso deve far fronte a crescenti carenze e sfide».