
Sono 1,9 milioni le persone rimaste senza elettricità nel sud della Russia, in Crimea e nelle regioni ucraine occupate a causa di un uragano che le ha colpite nelle ultime ore. Lo ha reso noto il ministero dell’Energia citato dall’agenzia Tass. Il bilancio, ancora provvisorio, è di due morti e 10 feriti, secondo i servizi di emergenza. Una vittima è segnalata in Crimea e una a Sochi. La tempesta, con venti che ieri hanno raggiunto i 40 metri al secondo, ha distrutto i tetti di case, sradicato alberi, inondato abitazioni e provocato seri danni alle strutture turistiche sulle spiagge della Crimea. Una cinquantina di voli in partenza e in arrivo agli aeroporti di Mosca sono stati cancellati. Il presidente del Parlamento della Crimea, Vladimir Konstantinov, ha detto che si spera che l’acqua comincerà a defluire dalle zone abitate a partire da questa sera, ma il processo richiederà ancora «diversi giorni». «Quello che abbiamo visto - ha aggiunto Konstantinov - è stato un Armageddon. Non si ricordano venti e onde di tale forza».
Roman Vilfand, direttore scientifico del Centro idrometereologico, ha detto all’agenzia Ria Novosti che si è trattato della tempesta più forte che abbia colpito la Crimea da quando sono cominciate le osservazioni metereologiche. A memoria d’uomo un simile evento si verificò a Balaklava nel novembre del 1854, durante la Guerra di Crimea, quando la flotta degli Alleati (britannici, turchi, francesi e sardi).
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