Ilaria Salis, la 39enne attivista in carcere dallo scorso febbraio perché accusata di aver aggredito manifestanti di estrema destra, è comparsa in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti. Lo ha constato l’Ansa in aula a Budapest dove la donna è entrata accennando un sorriso rivolto al pubblico. Una donna delle forze di sicurezza la trascinava per una catena. Salis indossava un maglione chiaro a strisce orizzontali e teneva in mano una borsa scura. La difesa di Salis è stata sostenuta da un legale dello studio dell’avvocato Gyorgy Magyar, noto per il suo impegno in vicende di diritti umani. Riservandosi di esporre le controprove in una fase ulteriore del processo, il legale ha ribattuto sostenendo che le prove della partecipazione di Salis alle aggressioni sono discutibili, come la definizione di «potenzialmente mortali» delle lesioni riportate dalle vittime dato che erano risultate guaribili in otto giorni. Non sarebbe convincente neanche il reato dell’ "associazione per delinquere». In aula, oltre il padre dell’imputata, Roberto Salis, c'erano rappresentanti dell’Ambasciata italiana a Budapest, di varie associazioni di giuristi e molti giornalisti. Presenti in qualità di osservatori anche due legali italiani, Eugenio Loasco e Mauro Straini.
La rabbia del padre
«Mia figlia viene trattata come un animale»: Roberto Salis commenta la prima udienza. «Da 11 mesi che non stiamo scherzando ma stiamo dicendo i fatti - ha proseguito - Il punto è che sia i politici e il governo sia anche molti giornali fanno finta di non vedere e continuano a parlare del fatto se sia colpevole o no, lasciando in totale secondo piano il fatto che c'è una violazione vergognosa dei diritti civili».
Le dichiarazioni dell'avvocato
«È stato scioccante, un’immagine pazzesca. Ci aveva detto che veniva sempre trasferita in queste condizioni ma vederla ci ha fatto davvero impressione. Era tirata come un cane, con manette attaccate a un cinturone da cui partiva una catena che andava fino ai piedi, con questa guardia che la tirava con una catena di ferro. Ed è rimasta così per tre ore e mezza": così all’Ansa Eugenio Losco, uno degli avvocati italiani di Ilaria Salis, presente di fianco al padre Roberto alla prima udienza a Budapest per la 39enne milanese. «E' una grave violazione della normativa europea - ha aggiunto - l'Italia deve far finire questa situazione ora».
Tajani all'Ungheria, "Non in linea con la nostra civiltà"
"Questa volta mi sembra che si sia ecceduto": si tratta di "violazione delle norme comunitarie" e non è "in sintonia con la nostra civiltà giuridica": lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista a Radio Anch'io. Secondo Tajani, "gli avvocati devono chiedere gli arresti domiciliari in Italia" e ha detto anche che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha incontrato il padre di Ilaria, Roberto, e sta seguendo da vicino il caso.«Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis detenuta in attesa di giudizio», aveva scritto su X il vicepremier.
Il ministro Nordio in contatto con la famiglia
"È una fotografia molto dura. Abbiamo incontrato il padre, naturalmente la magistratura ungherese è sovrana. Ci si può attivare, cosi come ci stiamo attivando, attraverso i canali diplomatici, facendo tutto il possibile per attenuare le condizioni rigorose in cui è detenuta" ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
'Liberate Ilaria Salis', sit-in davanti a ambasciata di Ungheria
«Liberate Ilaria Salis. È una di noi. Torni subito in Italia». È questa la richiesta del Comitato che oggi, assieme al mondo politico e civile, si è riunito in presidio all’Ambasciata di Ungheria a Roma. Presente anche il noto vignettista romano Zerocalcare. Ilaria, 39 anni, maestra elementare antifascista milanese, da 11 mesi è detenuta in un carcere di Budapest in regime di massima sicurezza. «L'accusa è di aggressione a 3 neonazisti durante le celebrazioni della 'Giornata dell’onorè che ricorda le azioni militari delle Ss nel corso della Seconda guerra mondiale. Ogni anno questa celebrazione diventa l’occasione per l’estrema destra di dare la caccia all’uomo, al «diverso"», hanno ricordato in piazza. Per i reati di cui è accusata Ilaria rischia fino a 16 anni di carcere. «Il governo Meloni, che da sempre strizza l’occhio ad Orban, non ha fatto nulla affinché il diritto Europeo venisse rispettato e Ilaria potesse scontare i domiciliari a casa in attesa del processo», hanno ripetuto in piazza. Presenti, oltre all’Anpi e ad altre associazioni, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs, l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio, il presidente del municipio VIII di Roma Amedeo Ciaccheri, il consigliere regionale Claudio Marotta, il deputato del Pd Andrea Casu, l’esponente dem romano Marco Miccoli, e l'attivista per i diritti umani Gianluca Peciola che ha invitato tutti a «continuare la mobilitazione».
Il consiglio comunale Milano chiede l'estradizione di Salis
-l consiglio comunale di Milano, con 29 voti favorevoli e 6 astenuti, ha approvato un ordine del giorno della maggioranza, primo firmatario il consigliere del Pd Alessandro Giungi, che impegna il sindaco e la giunta a «richiedere al Governo italiano di intervenire verso il Governo ungherese al fine di consentire, come previsto dalle vigenti convenzioni, l’estradizione di Ilaria Salis in Italia per trascorrere il periodo di custodia cautelare nel suo Paese e per partecipare in videoconferenza dall’Italia al processo». Salis è in un carcere di massima sicurezza a Budapest dall’11 febbraio 2023 e proprio oggi è iniziato il processo a carico dell’insegnante 39enne di Monza. Per l’attivista antifascista la Procura della capitale ungherese ha chiesto 11 anni di carcere con l’accusa di avere partecipato a un’aggressione a militanti neofascisti. Salis deve rispondere di tentato omicidio colposo in concorso.
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