La Russia non sarà mai sconfitta in Ucraina e la Nato «deve accettare le conquiste territoriali di Mosca». Questo è il messaggio all’Occidente di Vladimir Putin, che in un’intervista di due ore con il controverso ex anchor di Fox news e sostenitore di Donald Trump, Tucker Carlson, ha detto la sua non solo sul conflitto con Kiev ma anche sul futuro dei rapporti con gli Stati Uniti aprendo ad un possibile rilascio del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, arrestato in Russia quasi un anno fa, e assicurando che Mosca non ha intenzione di invadere i suoi vicini. «La sconfitta della Russia in Ucraina è impossibile per definizione», ha dichiarato lo zar in quella che, più che un’intervista, è stata uno dei suoi classici monologhi con poche domande da parte del giornalista di destra. «Non accadrà mai che la Russia sia sconfitta», ha insistito lo zar sottolineando che la Nato deve accettare le conquiste territoriali di Mosca in Ucraina.
Putin ha poi detto che «i piani di pace erano quasi finalizzati, ma Kiev li ha gettati all’aria e ha obbedito agli ordini dell’Occidente di combattere la Russia fino all’ultimo». Salvo poi aggiungere che «prima o poi si arriverà ad un accordo». Quanto all’allargamento della guerra, che i Paesi del fianco est della Nato temono dal giorno dell’invasione quasi due anni fa, il leader del Cremlino ha chiarito che «l'invasione di Polonia o Lettonia è fuori discussione». «Semplicemente non abbiamo alcun interesse» ad espandere la guerra, ha dichiarato Putin a Carlson avvertendo tuttavia che «dolo in un caso invierei truppe, se la Polonia attaccasse la Russia». Il leader del Cremlino è stato sollecitato anche su Joe Biden e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, un argomento che molti analisti temevano fosse affrontato in un momento delicato per la politica americana. Secondo molti, infatti, non è un caso che Putin abbia deciso di parlare con un reporter del Paese nemico proprio in questo momento. Sul presidente Usa il leader del Cremlino si è limitato ad un commento sarcastico. «Non mi ricordo quando è stata l’ultima volta che ho parlato con Biden», ha detto.
Mentre su Trump lo zar ha sottolineato di aver un buon rapporto personale. «Avevo un buon rapporto con lui, ma non è una questione di leader nelle relazioni tra Usa e Russia, è una questione di mentalità», ha sottolineato ricordando di «aver avuto un ottimo rapporto anche con Bush. So che negli Stati Uniti veniva dipinto come una specie di ragazzo di campagna che non capiva nulla. Vi assicuro che non è così. Penso che abbia commesso molti errori nei confronti della Russia, ma ha esercitato pressioni sugli europei». «Non era peggiore di qualsiasi altro politico americano, russo o europeo e capiva quello che stava facendo meglio degli altri. Ho avuto un buon rapporto personale anche con Trump», ha sottolineato Putin. «Non è una questione di leader, è una questione di mentalità». Poi, in quello che è sembrato un messaggio al Congresso americano che in questi giorni deve approvare la legge sui finanziamenti all’Ucraina, Putin ha detto: «Voglio dire alla leadership Usa: se davvero volete che la guerra finisca, smettetela di fornire armi». Infine una timida apertura sul reporter del Wall Street Journal. Lo zar si è detto disponibile ad un accordo: «Non è un argomento tabù, ma a «certe condizioni. Anche io voglio che ritorni nella sua patria».
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