Strage di civili, Israele spara sulla folla che assalta gli aiuti: il bilancio sale a 104 morti e 760 feriti
Il bilancio delle vittime palestinesi uccisi dalle forze israeliane mentre aspettavano gli aiuti alimentari a Gaza è salito a 104: lo afferma il ministero della Sanità di Gaza, aggiungendo che almeno 760 palestinesi sono rimasti feriti. «Durante l’ingresso dei camion degli aiuti nel nord di Gaza, residenti hanno circondato i camion», di cui i soldati israeliani assicuravano il transito, e "hanno saccheggiato le forniture». Lo ha detto il portavoce militare sull'incidente in cui, secondo fonti sanitarie citate da Afp, ci sono stati almeno 50 morti e oltre 100 feriti (70 morti e 250 feriti secondo Hamas). «Nell’incidente - dice l'esercito - dozzine di persone sono state calpestate nella calca». Fonti militari riferiscono che i soldati «hanno sparato contro chi aveva accerchiato i camion» e che la folla «si è accalcata in maniera da porre una minaccia per le truppe». In assenza di un conteggio ufficiale da parte del Ministero della Sanità di Gaza, con queste vittime i morti nella Striscia supererebbero i 30.000, dato che ieri ne sono stati accertati 29.954 dall’inizio della guerra, il 7 ottobre. Inoltre, si stima che sotto le macerie restino più di 7.000 corpi. «Riteniamo l’amministrazione statunitense, la comunità internazionale, l’occupazione e le organizzazioni internazionali responsabili dell’uccisione di civili che muoiono di fame per mano dell’occupazione», ha aggiunto il governo di Gaza. Il gruppo ha accusato «l'occupazione» di cercare di «far morire di fame» gli abitanti di Gaza e ha affermato che più di 700.000 persone soffrono la carestia nel nord della Striscia. "L'attacco è stato premeditato e intenzionale, nel contesto del genocidio e della pulizia etnica del popolo della Striscia di Gaza. L’esercito di occupazione sapeva che queste vittime erano arrivate in questa zona per ottenere cibo e aiuti, ma le ha uccise a sangue freddo» si legge nella nota. Da parte sua, la Jihad islamica - che ha portato il bilancio delle vittime a 150 - ha affermato che «questo massacro non farà altro che aumentare la fermezza del nostro popolo contro la macchina omicida sionista». Ieri 116 camion di aiuti umanitari sono entrati nella Striscia - 92 dei quali attraverso il valico di Kerem Shalom, al confine con Israele, e 24 attraverso il valico di Rafah, che collega con il Sinai egiziano - una quantità insufficiente date le urgenti necessità della Striscia. Secondo l’Unrwa, nel mese di febbraio sono entrati a Gaza circa 2.300 camion, il 50% in meno rispetto a gennaio. Vista la difficoltà di introdurre aiuti umanitari via terra, diversi Paesi - tra cui Giordania, Egitto, Qatar, Francia ed Emirati Arabi Uniti - hanno lanciato pacchi con cibo e rifornimenti via aerea, una strategia di cui ieri hanno beneficiato gli abitanti del nord del paese per la prima volta enclave, anche se alcuni lanci sono atterrati per errore in territorio israeliano. Secondo la ricostruzione fatta dall’Idf, citata dal Times of Israel, mentre gli aiuti umanitari venivano consegnati nel nord della Striscia di Gaza, intorno ai camion è scoppiata una rissa nella quale i palestinesi hanno saccheggiato i rifornimenti. "Durante l’incidente, decine di abitanti di Gaza sono rimasti feriti nella calca», ha aggiunto l’esercito israeliano, «e quando parte della folla ha iniziato a spostarsi verso le forze israeliane presenti nell’area - incaricate di coordinare l’ingresso dei camion - in un modo che ha messo in pericolo le truppe, queste hanno aperto il fuoco».