Lunedì 18 Novembre 2024

Julian Assange è atterrato in Australia da uomo libero: l'abbraccio con la moglie

L’aereo che trasportava Julian Assange è atterrato in Australia, a Camberra. Ad attenderlo in aeroporto la moglie Stella e i famigliari. Lo riporta il Guardian. Prima di scendere le scale dell’aereo, Assange ha alzato il pugno e ha salutato i giornalisti in attesa. Lo riportano i media internazionali. I presenti gridano «bentornato a casa» e applaudon. Il fondatore di Wikileaks, finalmente libero, ha abbracciato sua moglie, tenendola in aria prima di darle un grande bacio. «Julian voleva che vi ringraziassi sinceramente tutti. - ha detto Stella Assange  -Voleva essere qui. Ma dovete capire cosa ha passato. Ha bisogno di tempo. Ha bisogno di riprendersi. Vi chiedo, per favore, di darci spazio, di darci privacy per trovare il nostro posto». «Deve abituarsi alla libertà. Qualcuno ieri che ha vissuto qualcosa di simile mi ha detto che la libertà arriva lentamente. E voglio che Julian abbia quello spazio per riscoprire la libertà, lentamente», ha aggiunto.

Chi è Julian Assange

Con il pronunciamento della Corte di Saipan, isola delle Marianne, che ha accettato il patteggiamento con gli Usa in cambio dell’ammissione di colpevolezza, si è chiuso oggi il caso Assange. Una vicenda giudiziaria «trascinatasi troppo a lungo», come ha detto un portavoce del governo australiano, commentando la notizia giunta ieri dell’accordo raggiunto con il Dipartimento della giustizia Usa sul fondatore di WikiLeaks.

L'inizio della vicenda

E’ nel 2010, infatti, che Julian Paul Assange - Hawkins all’anagrafe di Townsville, città australiana dove è nato il 3 luglio 1971 - ha assunto un’ampia notorietà internazionale per aver rivelato tramite WikiLeaks, l’organizzazione nata nel 2006 di cui è cofondatore, documenti statunitensi segretati, ricevuti dall’ex militare Chelsea Manning, riguardanti crimini di guerra in Afghanistan e Iraq, causando secondo il Dipartimento di giustizia Usa problemi di sicurezza nazionale agli Stati Uniti.

Conseguenze della pubblicazione

Una pubblicazione che gli frutta svariati encomi e onorificenze (tra cui il Premio Sam Adams, la Medaglia d’oro per la Pace con la Giustizia dalla Fondazione Sydney Peace e il Premio per il Giornalismo Martha Gellhorn), persino la proposta di un Nobel per la pace, ma anche una serie di problemi con la giustizia americana e non solo. L'enorme serie di dispacci mostravano che Washington aveva spiato la leadership delle Nazioni Unite e che l’Arabia Saudita aveva esercitato pressioni sugli Stati Uniti affinché attaccassero l’Iran.

Il mandato di arresto in Svezia

Nel novembre dello stesso anno, un pubblico ministero svedese emise un mandato di arresto nei confronti di Assange per accuse di violenza sessuale che coinvolgevano due donne. Assange negò le accuse, parlando di rapporti sessuali consensuali, ma venne arrestato dopo essersi presentato alla polizia di Londra. Una settimana dopo venne rilasciato su cauzione.

Detenzione a Belmarsh e richiesta di estradizione

Dall’11 aprile 2019 Assange era in carcere a Belmarsh, nel Regno Unito, prima per violazione dei termini della libertà su cauzione conseguente alle controverse accuse di stupro in Svezia (formalizzate nel 2010 e archiviate nel 2017), e poi in relazione a una richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti d’America con l’accusa di cospirazione. Assange fece appello, sostenendo che le accuse svedesi erano solo un pretesto per trasferirlo negli Stati Uniti per affrontare le accuse su WikiLeaks.

Rifugio nell'ambasciata dell'Ecuador

Nel giugno 2012 si rifugiò nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. L’Ecuador, allora governato dal presidente di sinistra Rafael Correa, gli concesse asilo. A dicembre, l’Ecuador concede ad Assange la nazionalità ma la Gran Bretagna gli impedisce di concedergli lo status diplomatico. Nel gennaio 2018, l’Ecuador, ora governato dal presidente conservatore Lenin Moreno, afferma che ospitare Assange era diventato «insostenibile».

Revoca della cittadinanza e arresto

Le tensioni raggiungono il picco nell’aprile 2019 quando Moreno afferma che Assange ha «violato ripetutamente» le condizioni del suo asilo e gli revoca la cittadinanza. Il giorno successivo, la polizia britannica trascina Assange fuori dall’ambasciata e lo arresta su richiesta di estradizione statunitense. A maggio viene condannato a 50 settimane di carcere per aver violato la cauzione nel 2010. Inizia il processo legale per la sua estradizione negli Stati Uniti.

Accuse di violazione dell'Espionage Act

Nel maggio 2019, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti accusa Assange di aver violato l’Espionage Act statunitense pubblicando documenti militari e diplomatici nel 2010. Se condannato, rischia pene detentive fino a 175 anni. Assange fa la sua prima apparizione in tribunale da quando è stato incarcerato tramite collegamento video.

Proteste e appelli per il rilascio

Detenzione e accuse che hanno suscitato una forte protesta nel mondo e appelli per il rilascio da parte dell’opinione pubblica e di svariate organizzazioni per i diritti umani, fino all’attivarsi del relatore ONU sulla tortura nel novembre 2019, fatta propria anche dal Consiglio d’Europa.

Sviluppi giudiziari recenti

Il 5 gennaio 2021 la giustizia inglese negò l’estradizione di Assange per motivi di natura medica, nello specifico per il bene della sua salute mentale, poiché era alto il rischio di tendenze suicide. Il 10 dicembre 2021 l’Alta corte di Londra ha ribaltato la sentenza che negava l’estradizione. Un ulteriore passo verso la consegna di Assange ai tribunali americani è avvenuto il 14 marzo 2022: la Corte Suprema del Regno Unito ha respinto il ricorso presentato dai legali dell’australiano, lasciando l’ultima decisione al ministro dell’interno Patel. Il 21 aprile 2022 la Westminster Magistrates' Court di Londra aveva emesso l’ordine formale di estradizione negli Usa.

leggi l'articolo completo