Domenica 22 Dicembre 2024

La moglie Jill e il partito con Biden, ma anche il Nyt chiede il ritiro: per 6 americani su 10 deve lasciare la corsa

Due giorni dopo il disastroso duello tv con Donald Trump che ha immortalato impietosamente i limiti psico-fisici senili di Joe Biden i big democratici e lo stato maggiore del partito fanno quadrato intorno a lui, cercando di spegnere gli allarmismi e di dribblare gli appelli a cambiare subito cavallo. Da Barack Obama ai Clinton, da Nancy Pelosi ai leader dem di Camera e Senato sino ai potenziali sostituti come il governatore della California Gavin Newsom si schierano senza esitazione a fianco del vecchio Joe. Del resto lui è stato il primo a chiarire che non getta la spugna e che è intenzionato a rialzarsi dopo essere finito a terra nel ring della Cnn. «So che non sono giovane e che non dibatto bene come un tempo ma so come fare questo lavoro e so dire la verità», ha tentato di rassicurare, prima in un comizio in North Carolina e poi in vari eventi elettorali a New York. Anche Jill, l’unica forse che potrebbe convincerlo a farsi da parte, insiste perchè continui: «'Non so cosa è successo, non mi sentivo così benè, mi ha detto Joe dopo il duello, ma gli ho risposto che non lasceremo che 90 minuti di dibattito definiscano i quattro anni della tua presidenza», ha raccontato ai sostenitori del marito, strappando gli applausi. Ma privatamente nel partito e nella base si continua a discutere sull'ipotesi di un nuovo candidato più giovane ed energico. Mentre la performance del presidente è anche all’ordine del giorno di una call organizzata in tutta fretta per sabato dal comitato nazionale dei dem. La maggioranza degli elettori - il 60% - afferma che Biden dovrebbe «sicuramente» o "probabilmente» essere sostituito, secondo un sondaggio di Morning Consult diffuso da Axios. Sui principali media americani intanto si moltiplicano gli appelli perchè Biden lasci. La bordata più grossa è arrivata dal New York Times, che in un editoriale del board descrive il presidente come «l'ombra di un grande servitore pubblico» e gli chiede di ritirarsi «per il bene di un Paese che ha nobilmente servito per tanti anni», perchè «non è più altezza». Anche il board del Washington Post interviene con un editoriale sull'opportunità che Joe Biden passi il testimone, «diventando un Cincinnato del 21/mo secolo» ed evitando rischi simili a quelli della defunta giudice della corte suprema Ruth Bader Ginsburg, il cui rifiuto di ritirarsi mentre Barack Obama era presidente consentì a Trump di cementare la maggioranza conservatrice dei saggi che ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade» sull'aborto. Ma il Wp è meno perentorio del Nyt e sottolinea i rischi dell’operazione, ricordando che gli sfidanti repubblicani prevalsero nel 1952 e nel 1968 dopo che i presidenti Harry S. Truman e Lyndon B. Johnson decisero entrambi di non cercare la rielezione. Con l’aggravante che ora potrebbero esplodere le divisioni tra le varie anime del partito che Biden è riuscito a sintetizzare. The Atlantic parla già di "fine dell’era Biden», mentre il Wall Street Journal rimprovera ai dem di aver ignorato gli allarmi sullo stato di salute del presidente sollevati almeno da vari leader e diplomatici europei sin dalla scorsa estate, compreso durante l’ultimo viaggio in Europa. In attesa lunedì della sentenza della corte suprema sull'immunità presidenziale come scudo nei processi, Trump continua il suo 'victory lap' mentre Politico svela che, se rieletto, non solo uscirebbe nuovamente dall’accordo di Parigi sul clima ma potrebbe rimuovere gli Stati Uniti dalla United Nations Framework Convention on Climate Change, ossia il trattato Onu del 1992 su cui si fondano i negoziati globali sul clima. Intanto tende la mano a Nikki Haley, che gli ha fatto la prima telefonata da quando ha lasciato la corsa per la Casa Bianca a marzo per offrirgli personalmente il suo sostegno dopo aver annunciato a maggio che avrebbe votato per lui. Una «buona conversazione», ha riferito, mettendo in guardia i repubblicani che con ogni probabilità i dem sostituiranno Biden con «qualcuno di più giovane e vivace».

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