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Elezioni anticipate in Francia: vigilia del secondo turno storico, Macron e Le Pen alla prova del voto

Riuscirà il neonato «fronte repubblicano» a contrastare la vittoria elettorale del Rassemblement National? E’ la domanda che incombe sulla Francia alla vigilia del secondo turno delle elezioni anticipate. Già a mezzogiorno di oggi cominciano a votare i francesi del primo dei «territori d’oltremare», la piccola comunità di Saint-Pierre-et-Miquelon, al largo del Canada nell’Atlantico del nord: nell’unico collegio elettorale dell’arcipelago il ballottaggio è fra un esponente di destra e un socialista. Seguiranno la Guyana, le Indie Occidentali, i francesi che vivono nel continente americano e la Polinesia, poi in serata la Nuova Caledonia. Gli elettori della Francia continentale e degli altri territori d’oltremare voteranno domani.

A livello nazionale, raramente le elezioni legislative hanno scatenato tanta passione, suscitato l’ansia di alcuni o la speranza di chi, votando per il partito di Marine Le Pen, vuole dare alla sua famiglia politica la possibilità di governare: si tratterebbe del primo esecutivo di estrema destra in Francia dalla Seconda Guerra Mondiale. A poche ore dalla fine della campagna elettorale di venerdì a mezzanotte e dall’inizio del periodo di riserva, diversi sondaggi sembravano mostrare una testa a testa fra i tre blocchi, il RN e i suoi alleati, l’alleanza di sinistra Nuovo Fronte Popolare (NFP) e i macronisti, escludendo la maggioranza assoluta (pari ad almeno 289 seggi) per l’estrema destra.

Domenica scorsa, dopo il primo turno vinto con il 33,2%, il partito lepenista sembrava capace di ottenere una forte maggioranza relativa, se non assoluta. Nonostante un leggero calo, ha bissato il successo ottenuto alle elezioni europee del 9 giugno, che hanno spinto il presidente Emmanuel Macron a ribaltare il tavolo decidendo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale.

Per contrastare il RN, nelle ore successive al primo turno si sono ritirati più di 200 candidati della sinistra e del centro. E decine di confronti triangolari, che avrebbero favorito il Rassemblement, si sono trasformati in duelli più incerti. Sostenitore dell’alleanza a sinistra nonostante la sua opposizione a La France insoumise (LFI), l’eurodeputato Raphael Glucksmann, ex capo della lista socialista alle elezioni europee, ha messo in guardia contro una smobilitazione degli elettori e ha affermato che non si può ancora escludere la possibilità di una maggioranza assoluta per il partito lepenista. «Il pericolo è una maggioranza dominata dall’estrema destra e sarebbe un progetto catastrofico», ha avvertito ieri in tv il primo ministro Gabriel Attal, capo della campagna macronista. Se il RN otterrà la maggioranza, il primo ministro sarà Jordan Bardella, 28 anni, il primo ministro più giovane della storia, per attuare qualla agenda anti-immigrazione che il suo partito sostiene da decenni.

Ma se la sinistra e i macronisti riuscissero, con il loro fronte repubblicano, a sconfiggere la destra, dovranno affrontare una difficile trattativa per governare il Paese. Gabriel Attal ha dichiarato che il suo governo potrà garantire la continuità dello Stato «per tutto il tempo necessario» in attesa della formazione di un nuovo governo. Intanto, Parigi ospiterà i Giochi Olimpici dal 26 luglio all’11 agosto; e se la tradizione vuole che il governo presenti le sue dimissioni dopo elezioni legislative, Gabriel Attal ha detto che scioglierà la riserva già domenica sera.

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