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Yulia Navalnaya, un tribunale di Mosca ordina l'arresto in contumacia

Un tribunale di Mosca ha ordinato l'arresto in contumacia di Yulia Navalnaya con l’accusa di coinvolgimento in un gruppo estremista. Lo scrive RIA Novosti che cita il servizio stampa del tribunale.

Il tribunale «ha scelto una misura preventiva sotto forma di detenzione per un periodo di 2 mesi. Il periodo viene calcolato dal momento dell’estradizione nel territorio della Federazione Russa o dal momento della detenzione nel territorio della Federazione Russa», riferisce il tribunale. La corte ha chiarito che Navalnaya è stata inserita nella lista internazionale dei ricercati perché «si è nascosta dalle autorità investigative».

Chi è Yulia Navalnaya

Yulia Navalnaya è la moglie di Alexei Navalny, uno dei più noti oppositori politici russi. Attivista e figura di spicco nel movimento anti-corruzione guidato da suo marito, Yulia è stata un costante sostegno per Navalny nelle sue campagne contro il governo russo. Recentemente, è stata accusata di coinvolgimento in un gruppo estremista e inserita nella lista internazionale dei ricercati dalle autorità russe.

Il caso di Alexei Navalny

Alexei Navalny è un avvocato e attivista politico russo noto per le sue indagini sulla corruzione tra gli alti funzionari russi. È il fondatore della Fondazione Anti-Corruzione (FBK), che ha esposto numerosi scandali di corruzione in Russia. Navalny è diventato famoso a livello internazionale per le sue critiche al presidente russo Vladimir Putin e al governo russo.

Avvelenamento e arresto

Nel agosto 2020, Navalny è stato avvelenato con un agente nervino del gruppo Novichok durante un volo interno in Russia. Dopo un iniziale trattamento in Russia, è stato trasportato in Germania per cure mediche, dove è rimasto in coma per diverse settimane. Le indagini condotte da vari enti internazionali hanno concluso che l'avvelenamento era stato orchestrato da agenti dei servizi di sicurezza russi, un'accusa che il Cremlino ha negato.

Ritorno in Russia e detenzione

Nonostante il rischio evidente per la sua sicurezza, Navalny è tornato in Russia nel gennaio 2021. Al suo arrivo, è stato immediatamente arrestato per presunte violazioni della libertà condizionale legate a una vecchia condanna, ritenuta da molti osservatori internazionali e organizzazioni per i diritti umani come politicamente motivata.

Condanna e imprigionamento

Nel febbraio 2021, Navalny è stato condannato a due anni e mezzo di prigione. Successivamente, nel marzo 2022, è stato condannato ad altri nove anni di carcere con l'accusa di frode e oltraggio alla corte, accuse che Navalny e i suoi sostenitori denunciano come fabbricate per metterlo a tacere.

Morte in carcere

A meno di un anno dall'ultima condanna, il 16 febbraio 2024, Alexei Navalny muore in carcere, ufficialmente per una "sindrome da morte improvvisa." È stato sepolto il 1° marzo 2024 nel cimitero di Borisovskoe. Alla cerimonia funebre hanno presenziato decine di migliaia di persone, tra cui vari diplomatici occidentali, Boris Nadeždin, Evgenij Rojzman, Aleksej Venediktov, Ekaterina Duncova e rappresentanti del partito Jabloko.

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