Kamala Harris è pronta a spiccare il volo e sostituire, se necessario, Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca. Il presidente Usa Joe Biden lancia Kamala Harris per raccogliere il testimone nella corsa alla presidenza: «Cari colleghi democratici, ho deciso di non accettare la nomina e di concentrare tutte le mie energie sui miei doveri di presidente per il resto del mio mandato», scrive su X. La vicepresidente Kamala Harris ha dichiarato di volersi candidare alla presidenza, lo scrive il New York Times. «Sono onorata di avere l’appoggio del Presidente e la mia intenzione è quella di guadagnarmi e vincere questa candidatura», ha dichiarato. «Mancano 107 giorni al giorno delle elezioni. Insieme, combatteremo. E insieme vinceremo». «La mia primissima decisione come nominata del partito nel 2020 è stata quella di scegliere Kamala Harris come mio vicepresidente. Ed è stata la migliore decisione che ho preso. Oggi voglio offrire il mio pieno sostegno e il mio appoggio affinchè Kamala sia il candidato del nostro partito quest’anno. Democratici: è ora di unirsi e battere Trump. Facciamolo». La vicepresidente Kamala Harris ha dichiarato di volersi candidare alla presidenza, lo scrive il New York Times. «Sono onorata di avere l’appoggio del Presidente e la mia intenzione è quella di guadagnarmi e vincere questa candidatura», ha dichiarato. «Mancano 107 giorni al giorno delle elezioni. Insieme, combatteremo. E insieme vinceremo».
L'Obama donna e nuovi soffitti di cristallo
Dopo essere stata indicata come 'l'Obama donna', prima vicepresidente afroamericana della storia, Kamala Harris si prepara silenziosamente a infrangere nuovi soffitti di cristallo e coronare il sogno di diventare la prima presidente donna e la prima afroamericana a guidare gli Stati Uniti. Con lei arriverebbe a Pennsylvania 1600 una famiglia rivoluzionaria, contraltare moderno a quella più tradizionale di Joe e Jill Biden.
Una carriera tra alti e bassi
Colta e trascinatrice di folle fino a qualche tempo fa, Kamala non ha brillato nei panni di vice, deludendo probabilmente chi si aspettava molto di più da lei. Ex procuratrice di San Francisco prima e della California poi (Barack Obama la definì goffamente «la più bella procuratrice del Paese», per poi scusarsi), nel 2016 Harris ha conquistato un seggio in Senato e subito dichiarato guerra a Donald Trump. Lì il suo prestigio e la sua statura politica si sono rafforzati: i suoi interrogatori all’ex ministro della Giustizia Jeff Sessions sono diventati virali e l’hanno accreditata davanti al pubblico democratico a caccia di volti nuovi per il partito. Da qui la decisione di provare a correre per la Casa Bianca: un tentativo che non ha avuto successo anche se si era imposta come una delle rivali più agguerrite di Biden nel corso delle primarie.
Il confronto con Biden
E' rimasto negli annali l’aspro confronto fra i due nel corso di uno dei dibattiti, durante il quale Harris rinfacciò al suo futuro capo di essersi compiaciuto della collaborazione con due senatori segregazionisti negli anni '70. Non contenta, Kamala continuò raccontando di conoscere una ragazzina nera che per fortuna ebbe la possibilità di andare in una scuola migliore grazie al servizio di scuolabus istituito per le minoranze che vivevano nei quartieri più disagiati, servizio al quale - ricordò - il senatore Biden si era opposto: «Quella ragazzina ero io».
Uno stile di vita dinamico e un motto ispiratore
Collezionista di sneaker Converse, Harris si sveglia di solito alle 6 del mattino e si allena per mezz'ora. Il suo motto è un monito che la madre le rivolgeva quando era ragazzina: 'Potrai essere la prima, ma assicurati di non essere l’ultima'. Da allora Harris di tabù ne ha infranti molti, aprendo la strada e diventando un modello per molte donne. Ora, forse, l’occasione della vita.