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La strage delle Swifties, il Regno piange le tre bimbe uccise da un 17enne a Southport

Il Regno Unito, e non solo, è in lutto - fra disperazione, rabbia, interrogativi senza risposta - per la strage all’arma bianca delle piccole 'swifties', prese di mira nell’attacco inspiegabile e insensato compiuto da un 17enne a Southport, località costiera alle porte di Liverpool: ennesimo episodio di delirante violenza con un coltello, più inconcepibile che mai per essere stato rivolto con deliberata ferocia contro una classe di creature indifese, fra 6 e 11 anni di età, incontratesi in un giorno di luglio nei locali di un centro per la prima maternità e l’infanzia solo per trascorrere qualche ora di divertimento ballando sulle note delle hit più amate di Taylor Swift, muovendo i primi passi nello yoga o imparando a intrecciare braccialetti.

Momenti sereni, nei loro pensieri e in quelli dei genitori che si preparavano a riportarle a casa, sprofondati all’improvviso nell’incubo di un inferno di grida e sangue. Il bilancio, fattosi più tragico di ora in ora, potrebbe non essere ancora definitivo. Tre bimbe, ferite più gravemente, non ce l'hanno fatta e sono morte poche ore dopo il ricovero d’urgenza con ambulanze ed elicotteri. Mentre altre sei restano in ospedale, 5 in condizioni definite tuttora «critiche», al pari di due insegnanti e di un’altra persona adulta.

I nomi di coloro la cui vita è stata spezzata tanto prima del tempo compongono già una prima, straziante Spoon River in miniatura: Bebe King, di 6 anni, Elsie Dot Stancombe, di 7, e Alice Aguiar, di 9. Le famiglie hanno diffuso tre foto sorridenti guardando le quali è quasi impossibile trattenere le lacrime: Bebe, con la finestra dei denti da latte appena perduti e un fiocco dietro la testolina; Elsie con i capelli biondi tenuti in ordine da una frontiera color bordeaux; e Alice, bruna e con una coroncina di fiori bianchi. L’identità della più grande, figlia di genitori portoghesi, è emersa per prima, confermata direttamente dal governo di Lisbona. «Continua a sorridere e a danzare come ami fare, principessa - hanno poi scritto sui social la sua mamma e il suo papà, originari di Madeira ma trapiantati nell’area metropolitana di Liverpool, in riva al Mare d’Irlanda -, sarai sempre la nostra principessa, nessuno potrà cambiare questo».

Del killer arrestato dalla Merseyside Police si è venuto a sapere frattanto che è nato a Cardiff, in Galles, da genitori immigrati dal Ruanda, e che viveva vicino a Southport con la famiglia dal 2013. Ma restano misteriosi al momento gli spettri che lo hanno indotto a seminare morte e disperazione dopo essersi nascosto dietro un cappuccio e una mascherina sanitaria, 'protettò dai quali si è alla fine fatto arrestare senza opporre apparentemente resistenza, come mostrato da un video. Mentre emergono pure i nomi delle due maestre coinvolte, Leanne Lucas e Heidi Barlow, entrambe di 35 anni ed entrambe rimaste ferite nel tentativo di fermare la furia infanticida del 17enne. Il loro «eroismo», assieme a quello di un uomo che nel racconto di vari testimoni ha affrontato a mani nude l’aggressore, viene richiamato dai media. Ed evidenziato dal premier Keir Starmer, precipitatosi a Southport prima di una veglia per compiere un atto di solidarietà, ringraziare poliziotti e soccorritori per le vite che sono state salvate, ma soprattutto per assicurare l'impegno del suo neonato governo contro le violenze di strada.

Impegno che del resto non basta a placare le emozioni e qualche protesta di chi, in una comunità locale sotto shock, lo ha accolto gridando: «Quanti bimbi devono ancora morire?». Domanda che riecheggia l’allarme di un Paese nel quale le armi da fuoco - a differenza degli Usa - sono severamente limitate, persino nella dotazione degli agenti; ma che è alle prese con un’escalation di crimini commessi con coltelli e armi da taglio varie, addirittura raddoppiati nell’ultimo decennio: in troppi casi ad opera di giovani, giovanissimi o squilibrati. Un fenomeno che, tradotto nell’orrore di Southport, alimenta lo sgomento di un’intera isola, dai sudditi più semplici fino a re Carlo con la regina Camilla e al principe William con Kate, genitori a loro volta.

Mentre anche Taylor Swift, protagonista involontaria di una tragedia a cui i suoi fan britannici hanno risposto avviando raccolte di fondi online, fa sapere dall’America di sentirsi "travolta dallo shock». Di fronte alla sorte di vittime bambine, sue ammiratrici in erba, che volevano «solo danzare».

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