Hamas non va a Doha, ma colloqui con mediatori da venerdì: "Stiamo perdendo fiducia nella mediazione Usa"
Hamas ha fatto sapere che non prenderà parte al nuovo round di colloqui di cessate il fuoco a Gaza, programmati per domani in Qatar, ma che avrà in seguito contatti con i Paesi mediatori. «Andare a nuovi negoziati consente all’occupazione di imporre nuove condizioni e di utilizzare il labirinto di trattative per condurre altri massacri», ha detto all’agenzia Reuters l’alto funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri. «Hamas è impegnata nella proposta presentata il 2 luglio, che si basa sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e sul discorso di Biden e il movimento è pronto a iniziare immediatamente la discussione su un meccanismo per implementarla», ha aggiunto Abu Zuhri. L’assenza di Hamas dai colloqui, tuttavia, non elimina le possibilità di vedere dei risultati: il suo capo negoziatore Khalil al-Hayya fa base proprio a Doha e il gruppo palestinese ha canali aperti con Egitto e Qatar. Una fonte a conoscenza della questione afferma che Hamas vuole che i mediatori tornino con una «risposta seria» da Israele. Se questo accadrà, afferma Hamas, incontrerà i mediatori dopo la sessione di giovedì. Hamas sta perdendo fiducia nella capacità degli Stati Uniti di mediare un cessate il fuoco a Gaza e parteciperà ai colloqui solo se si concentreranno sull'attuazione della proposta messa a punto dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden a maggio e approvata a livello internazionale. Lo dice Osama Hamdan, un membro del politburo di Hamas, secondo quanto riporta la stampa israeliana. «Abbiamo informato i mediatori che qualsiasi incontro dovrebbe basarsi sul parlare di meccanismi di implementazione e stabilire scadenze piuttosto che negoziare qualcosa di nuovo», afferma Hamdan, «altrimenti, Hamas non trova alcun motivo per partecipare».