Le elezioni negli Stati Uniti, il sogno di visitare la Cina, il dolore per la guerra a Gaza, la linea dura contro gli abusi, la condanna della pena di morte. Papa Francesco, sul volo di ritorno dal lungo viaggio che lo ha visto per dodici giorni nel Sud-est asiatico e in Oceania, affronta, nella conferenza stampa in volo da Singapore a Roma, temi delicati, a partire dal confronto per il nuovo presidente americano.
La risposta, su una scelta da parte dei cattolici, è dura: «Ambedue sono contro la vita, sia quello che butta via i migranti, sia quello che uccide i bambini». «Non andrò a votare lì, ma non si può decidere. Mandare via i migranti, non dare loro la capacità di lavorare, non dare ai migranti accoglienza è un peccato, è grave». Sull'aborto invece ribadisce che «è uccidere un essere umano. Non ti piace la parola? Ma è uccidere». E sul consiglio da dare all’elettore cattolico il Papa ha aggiunto: «Nella moderna politica si dice in genere che non votare è brutto: non è buono - ha ammesso -, si deve votare e si deve scegliere il male minore». «Chi è il male minore, quella signora o quel signore? - ha chiesto su Kamala Harris e Donald Trump - Ognuno in coscienza pensi e faccia la sua scelta».
Tra i temi, anche quello della Cina, dopo la tappa a Singapore dove gran parte della popolazione è cinese. «La Cina per me è un’illusione, nel senso che io vorrei visitare la Cina», ha detto Papa Francesco, rispondendo ai giornalisti. «Io sono contento dei dialoghi con la Cina: il risultato è buono, anche per la nomina dei vescovi - ha osservato in vista del rinnovo dell’accordo biennale, previsto a ottobre -. Si lavora con buona volontà. Ho sentito la Segreteria di Stato su come vanno le cose, io sono contento».
Quanto ai prossimi viaggi, ha smentito le indiscrezioni dei media francesi secondo le quali l’8 dicembre dovrebbe essere a Parigi per la riapertura di Notre Dame: «Non andrò a Parigi, non andrò». Sull'ipotizzato viaggio in Argentina Bergoglio ha invece risposto che «è una cosa ancora non decisa. Io vorrei andare, è il mio popolo, vorrei andare, ma ancora non è deciso, ci sono diverse cose da risolvere». E se, nel caso, farebbe uno scalo alle Canarie, «io penso un pò a questo, andare alle Canarie, perché lì ci sono situazioni di migranti che vengono dal mare, e vorrei essere vicino ai governanti, al popolo delle Canarie».
Poi la questione degli abusi: «L'abuso sessuale di bambini, di minorenni, è un crimine, una vergogna», ha ribadito Papa Francesco rispondendo ai giornalisti, in particolare sul caso dell’Abbé Pierre, della comunità francese Emmaus. «Un punto molto dolente, molto delicato - l’ha definito -. Gente buona, gente che fa il bene, poi, con tanto bene fatto, si vede che uno è peccatore brutto. Questa è la nostra condizione umana. E non dobbiamo dire 'copriamo, copriamo perché non si vedà. I peccati pubblici sono pubblici, e vanno condannati». «Per esempio l’Abbé Pierre - ha continuato il Pontefice - è un uomo che ha fatto tanto bene, ma anche un peccatore. Noi dobbiamo parlare chiaro su queste cose, non nascondere. Il lavoro contro gli abusi è una cosa che tutti noi dobbiamo fare».
Infine il dolore per la guerra in Medio Oriente. «Io non posso qualificare se questa azione di guerra è troppo sanguinaria o no. Ma per favore, quando si vedono i corpi dei bambini uccisi, quando si vede che per la presunzione che ci siano dei guerriglieri si bombarda una scuola, è brutto questo, è brutto». Si fa dolente la voce di Papa Francesco nel rispondere, durante il volo Singapore-Roma, a una domanda dei giornalisti su Gaza.
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