Sale a 11 morti e 4000 feriti il bilancio delle vittime in seguito all’esplosione dei cercapersone in Libano. Lo rende noto la tv libanese Al Jadeed citando fonti mediche. Per il movimento sciita filo-iraniano, è la più grande violazione della sicurezza fino a oggi e la «responsabilità è tutta» di Israele, che avrà la «giusta punizione per questa aggressione».
I dispositivi, ultimo modello acquistati di recente e utilizzati per comunicare internamente, sono detonati in varie parti del Paese dei Cedri e media riferiscono di almeno sette morti e diversi feriti anche in Siria, nella zona di Damasco. Tra quelli colpiti, anche l’ambasciatore iraniano a Beirut, Mojtaba Amani, che ha riportato «una ferita superficiale e si trova in osservazione in ospedale», secondo l’agenzia di stampa Fars. Le esplosioni hanno investito anche alti esponenti di Hezbollah ma non il leader Hassan Nasrallah, hanno riferito fonti interne al gruppo.
Il movimento ha fatto sapere di aver lanciato un’indagine approfondita per determinare le circostanze delle esplosioni e ha assicurato di essere «al massimo livello di prontezza per difendere il Libano e il suo popolo risoluto».
Nessun commento dallo Stato ebraico ma il premier Benjamin Netanyahu, insieme al ministro della Difesa Yoav Gallant e ai vertici della sicurezza, si sono riuniti nel quartier generale delle forze armate a Tel Aviv in una riunione d’emergenza per discutere come gestire una potenziale escalation con Hezbollah. La tensione al confine con il Libano era già alta e proprio ieri l’inviato speciale Usa, Amosh Hochstein, in visita in Israele, aveva messo in guardia da un’escalation del conflitto con Hezbollah, avvertendo di conseguenze potenzialmente disastrose.
Nella regione è previsto per oggi l’arrivo anche del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, atteso in Egitto per discutere dei negoziati in corso volti a un cessate il fuoco a Gaza e al rilascio degli ostaggi. La prossima settimana, indicano media israeliani, dovrebbe arrivare a Tel Aviv il capo del Pentagono Austin Lloyd, proprio per i timori di un allargamento del conflitto con una guerra su vasta scala tra Israele ed Hezbollah.
Dal governo libanese si è fatto sentire per primo il ministro dell’Informazione, Ziad Makari, che ha «condannato questo attacco israeliano», definendola una violazione della sovranità del Paese dei Cedri.
Una bambina di 10 anni è stata uccisa in Libano dopo l’esplosione di un cercapersone: lo afferma una fonte vicina a Hezbollah La tv saudita al Hadath ha riferito che il figlio di un deputato libanese di Hezbollah, Ali Ammar, è stato ucciso da un’esplosione. Hezbollah ha reso noto che tre suoi esponenti sono rimasti uccisi nelle esplosioni simultanee dei cercapersone che si sono verificate a Beirut. Sono in corso delle indagini, ha aggiunto il movimento libanese.
I più alti responsabili della sicurezza israeliana sono stati convocati per un incontro d’emergenza con il governo. Il ministro della Salute libanese Firass Abiad ha affermato in una conferenza stampa che le esplosioni che hanno interessato i cercapersone «hanno ucciso otto persone, tra cui una ragazza». «Circa 2.750 persone sono rimaste ferite, più di 200 di loro in modo critico», ha aggiunto.
L’intelligence israeliana ha rilevato segnali insoliti di preparativi militari di Hezbollah nel Libano meridionale. L’apparato di sicurezza ritiene che le tempistiche attuali non consentiranno la nomina di Gideon Sàar a ministro della Difesa al posto di Yoav Gallant. Sàar tra l’altro non ha familiarità con i piani operativi dell’Idf per il Libano.
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