Sabato 21 Settembre 2024

Esplosioni di cercapersone in Libano, l'Onu non esclude l'ipotesi di un crimine di guerra

Le Nazioni Unite hanno denunciato l’esplosione di ordigni portatili (forse modificati dai servizi segreti israeliani) utilizzati dai membri del gruppo terroristico Hezbollah in Libano all’inizio di questa settimana, affermando che l’attacco ha violato il diritto internazionale e potrebbe costituire un crimine di guerra. «Il diritto internazionale umanitario proibisce l’uso di trappole esplosive sotto forma di oggetti portatili apparentemente innocui», ha dichiarato al Consiglio di sicurezza l’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Turk, aggiungendo che «commettere atti di violenza volti a diffondere il terrore tra i civili è un crimine di guerra». In un attacco apparentemente coordinato martedì scorso, i cercapersone col marchio "Gold Apollo" usati da Hezbollah sono esplosi in tutto il Libano, uccidendo 12 persone e ferendone circa 3.000. Un giorno dopo, delle radio portatili sono esplose, uccidendo 25 persone e ferendone almeno 650. Hezbollah e il suo sostenitore, l’Iran, hanno attribuito la responsabilità delle detonazioni a Israele, sebbene il Paese sia rimasto in silenzio sulla questione. Gli ordigni hanno colpito i lavoratori delle istituzioni di Hezbollah, comprese le sue agenzie sanitarie e mediatiche, così come i suoi combattenti. Non è chiaro quanti civili senza legami con Hezbollah siano rimasti feriti.

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