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Arrestato a Roma il mostro di Melbourne, è accusato di aver ucciso due donne: “Omicidi raccapriccianti”

Agenti di polizia effettuano dei controlli nei pressi di Piazza San Pietro, Roma, 16 novembre 2015. ANSA/UFFICIO STAMPA POLIZIA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

Arrestato a Roma, dopo una caccia durata quasi mezzo secolo, l’autore di un duplice omicidio che nel 1977 sconvolse Melbourne, in Australia.
L'uomo, un 65enne di cui la polizia australiana non ha rivelato il nome, era ricercato dal 2017 per aver violentato e ucciso due ragazze di 27 e 28 anni: Suzanne Armstrong e Susan Bartlett. I corpi, sfigurati dalle pugnalate, erano stati scoperti nella loro casa di Easey Street il 13 gennaio 1977. Il figlio di appena 16 mesi di Armstrong era stato trovato illeso nella sua culla. Le donne erano state viste vive l’ultima volta tre giorni prima.
"Fu un omicidio assolutamente raccapricciante, orribile e frenetico», ha detto il capo della polizia di Victoria Shane Patton in una conferenza stampa definendo gli omicidi di Easey Street» il cold case più lungo e grave dello Stato».
Il sospettato, cittadino greco-australiano, viveva in Grecia, dove era protetto dalla legge sulla prescrizione del paese, ha detto Patton.
La polizia australiana ha atteso che lasciasse la Grecia, ha aggiunto il capo della polizia, ed è stato finalmente arrestato giovedì all’aeroporto di Fiumicino in base a un 'red alert' dell’Interpol. L’Australia avvierà ora le procedure di estradizione.
La polizia è stata aiutata dai «progressi tecnologici» nel corso degli anni, ha detto Patton, che ha rifiutato di fornire maggiori dettagli sulle indagini. Secondo un articolo del quotidiano The Age di Melbourne la polizia aveva deciso di controllare il DNA di tutte le 131 persone che comparivano nel fascicolo originale della polizia. Il sospettato era su quella lista e aveva accettato di sottoporsi a un test del DNA, ma invece nel 2017 era fuggito in Grecia. Era però stato collegato al crimine dal DNA di un parente stretto. Secondo The Age, il sospettato era stato fermato e perquisito la notte degli omicidi dalla polizia locale che gli aveva trovato addosso un grosso coltello addosso, tre giorni prima che i corpi venissero scoperti. Allora adolescente non era stato interrogato sugli omicidi poiché la polizia si era concentrata su altri sospettati.
Quando un detective della polizia a capo delle indagini dal 2015 ha dato la notizia dell’arresto del sospettato alle famiglie delle vittime le ha trovato «emozionate, senza parole, sopraffatte, ma riconoscenti per non essere state dimenticate». «Non c'è data di scadenza per crimini brutali come questo. Penso che quanto successo oggi ne sia la conferma» ha aggiunto.

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