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Medio Oriente, l'ayatollah Khamenei invoca la vendetta: "Elimineremo Israele"

Con la "sua" milizia Hezbollah decimata dai raid israeliani e dall’esplosione di cercapersone e walkie-talkie in Libano, l’Iran cerca di ostentare sicurezza e promette - ancora una volta - vendetta e la distruzione di Israele, nel giorno in cui fa sfilare le sue truppe in ricordo della guerra contro l’Iraq (1980-1988). Approfittando della sfilata per mostrare al mondo nuove armi che dovrebbero segnalare una potenza militare che è meglio non sfidare. Alla parata che segna l’inizio della Settimana della Difesa Sacra è intervenuta la guida suprema della Repubblica Islamica, ayatollah Ali Khamenei, che ha incitato l’intero mondo musulmano a insorgere contro il «regime sionista». «Se le nazioni islamiche usano il loro potere interiore, il regime sionista verrà rimosso dal posto che occupa nel cuore della comunità islamica», ha affermato. «L'unità tra i musulmani creerà un potere che non solo può eliminare il regime sionista, ma porrà anche fine all’influenza e all’interferenza degli Usa nella regione», ha incalzato. Khamenei invitando gli Stati musulmani a tagliare i legami economici con Israele. «Se i due miliardi di musulmani in tutto il mondo si uniranno, saranno più potenti di qualsiasi potenza nel mondo di oggi», ha aggiunto.

Le parole del sommo leader hanno coinciso con la presentazione in piazza di due nuove armi: un missile balistico a lungo raggio, chiamato Jihad, che utilizza carburante liquido e un nuovo drone suicida, lo Shahed 136-B, che va a potenziare l'arsenale di queste armi di cui dispone Teheran. Al presidente Masoud Pezeshkian è invece toccato sottolineare la forza e l'inviolabilità dell’Iran (che però non sono state sufficienti a impedire l’uccisione a Teheran del capo di Hamas Ismail Haniyeh, alla fine di luglio) che «hanno reso impossibile a qualsiasi demone di violare il nostro suolo e invadere il Paese». Il presidente ha anche lui chiesto «l'unità e la coesione tra i paesi islamici": «Se ci uniamo e ci stringiamo la mano, Israele, usurpatore, assetato di sangue, criminale, che non ha pietà, non potrà continuare a perpetrare i suoi crimini,» ha sottolineato. Da New York, dove si trova in vista del suo intervento all’assemblea generale dell’Onu, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi, ha invece letto il messaggio inviato al segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah: «La lotta e la resistenza contro il regime sionista continueranno con maggiore determinazione, grazie agli sforzi dei coraggiosi combattenti del fronte della resistenza islamica in Palestina, Libano e in tutta la regione dell’Asia occidentale, fino alla liberazione dei palestinesi e di Gerusalemme dall’occupazione sionista». Ma al momento, la milizia sciita in Libano continua a essere nel mirino israeliano: solo oggi, più di 100 obiettivi sono stati attaccati in Libano, compresi complessi di lancio e infrastrutture dei miliziani, riferisce l’esercito israeliano (Idf). Pochi minuti dopo l’annuncio dell’Idf sull'attacco in corso, dal sud del Libano è partita una raffica di circa 25 razzi verso il nord di Israele.

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