Domenica 22 Settembre 2024

Nuovo governo in Francia. Dal duro all'astro nascente, ecco i 39 ministri di Barnier

E’ una lista di 39 ministri quella annunciata in serata da Michel Barnier. Si tratta di un esecutivo orientato a destra, la famiglia politica da cui proviene il primo ministro francese il cui primo compito sarà quello di approvare il bilancio. Tante le conferme, da Rachida Dati a Sebastien Lecornu, ma molti i volti nuovi a partire dal conservatore con fama di duro Bruno Retailleau che sostituisce Gérald Darmanin alla poltrona del ministero dell’Interno fino al giovane, solo 33 anni, ministro dell’Economia Antoine Armand. Capo strategico del potente gruppo Les Républicains al Senato dal 2014, linea ferma sull'immigrazione, sulla sicurezza o sul rispetto della laicità, Retailleau non ha mai smesso di denunciare il «lassismo» della politica di Macron su questi temi. Il neoministro si è anche opposto al matrimonio per tutti e alla legge sul fine vita voluta dal presidente. Esponenti dei Verdi scesi in piazza oggi per manifestare il loro dissenso al nuovo esecutivo dell’ex capo negoziatore Ue sulla Brexit lo hanno accusato di «omofobia» e di «razzismo». Il nuovo capo della diplomazia francese è il figlio d’arte Jean-Noël Barrot, 41 anni. Per lui una vera e propria ascesa fulminante verso i palazzi del potere. Dal digitale a ministro delegato per l’Europa, poi presidente della commissione affari Esteri dell’Assemblea nazionale, Barrot, che appartiene ai centristi di Modem, dovrà adesso dimostrare di essere in grado di far sentire la voce, precisa la Afp. Dopo soli diciotto mesi dal suo precedente incarico, è arrivato lo scorso febbraio al Quai D’Orsay grazie ad un rimpasto di governo, per sostituire Laurence Boone. Figlio dell’ex ministro e commissario europeo Jacques Barrot, ha ereditato la qualità di essere «un europeo convinto». Antoine Armand, solo 33 anni, è il nuovo ministro dell’Economia, delle Finanze e dell’Industria, mentre il Bilancio spetta all’ex deputato Laurent Saint Martin, che però riferirà direttamente a Matignon. A mantenere il suo posto Sébastien Lecornu alla Difesa, fedele al Capo dello Stato, uno dei pochi a beneficiare di un bilancio in forte aumento in questo contesto di crisi internazionale. Anche Rachida Dati, controversa figura della destra, mantiene il suo portafoglio alla Cultura. L’ex deputato socialista Didier Migaud, 72 anni, è stato nominato ministro della Giustizia, in sostituzione di Eric Dupond-Moretti. Ex presidente della Corte dei Conti e attuale capo dell’Alta autorità per la trasparenza nella vita pubblica è l'unico ministro proveniente da sinistra, anche se ha lasciato la politica attiva nel 2010. Portavoce del governo sarà la deputata Maud Bregeon, vicina a Gérald Darmanin, fervente sostenitrice dell’energia nucleare. Tra le donne, Agnès Pannier-Runacher, deputata dell’ala sinistra del partito di Macron, è stata nominata ministro della Transizione ecologica e dell’Energia. La deputata Annie Genevard, numero due del partito LR, è stata nominata ministro dell’Agricoltura, in sostituzione di Marc Fesneau.

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