Raid israeliano su Beirut, ucciso Nasrallah. Hezbollah conferma: "Si è unito ai martiri". Iran: pronti all'invio di truppe in Libano. Missile israeliano caduto a 500 metri dallo scalo della capitale libanese
Lo storico leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è stato ucciso nella notte a Beirut durante i raid dell’aviazione israeliana. Dopo lunghe ore di annunci non confermati, la notizia viene resa nota in mattinata dalle stesse forze di difesa israeliane. Poco dopo l’annuncio dell’esercito di Tel Aviv, le sirene antiaeree hanno risuonato negli insediamenti israeliani a nord di Gerusalemme, il che, secondo i media israeliani, lascia pensare a un attacco missilistico di «portata eccezionalmente ampia». Gli israeliani si aspettano una rappresaglia da parte di Hezbollah, che dopo l’annuncio ha sferrato un attacco ad ampio raggio nel nord di Israele con una salva di razzi sulle città di Safad, Sàar e Rosh Pinaa e bombardando un gruppo di soldati israeliani a Sadah. Israele è in stato di massima allerta per un conflitto più ampio, ha confermato ai giornalisti un portavoce militare delle IDF.
"Missile israeliano caduto a 500 metri dallo scalo di Beirut"
Un attacco israeliano ha colpito un’area industriale a 500 metri dagli edifici dell’aeroporto di Beirut. Lo scrive Reuters sul sito web citando una fonte della sicurezza che ha affermato che si è trattato dell’attacco più vicino all’aeroporto finora. La fonte ha detto che l’area colpita era piena di officine di riparazione auto. Il capo della compagnia di bandiera libanese Middle East Airlines Mohammad al-Hout ha detto che l’aeroporto sta funzionando normalmente. «L'aeroporto di Beirut non è stato preso di mira, non ci sono armi lì», ha detto al-Hout.
Hezbollah conferma la morte di Nasrallah: "Si è unito ai martiri"
Hezbollah conferma che Hassan Nasrallah è morto. Lo riporta l’emittente di Hezbollah, Al Manar. "Il segretario generale di Hezbollah, si è unito ai suoi grandi e immortali martiri, di cui ha guidato il viaggio per quasi trent'anni», dice Hezbollah. «Sua Eminenza il Maestro, il Maestro della Resistenza, il giusto servitore, si è schierato dalla parte del suo Signore come grande martire, leader coraggioso ed eroico, credente saggio, perspicace e fedele, unendosi all’eterno carovana dei martiri di Karbala alla luce luminosa del cammino divino della fede sulle orme dei profeti e degli imam martiri», aggiunge Hezbollah secondo Al Manar.
Teheran: pronti all'invio di truppe in Libano
Un funzionario iraniano ha dichiarato alla rete americana Nbc che Teheran inizierà nei prossimi giorni la registrazione per l’invio di truppe in Libano, in seguito all’attacco israeliano in cui è morto il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. L’ayatollah Mohammad Hassan Akhtari, vicepresidente dell’Iran per gli affari internazionali, ha dichiarato che i funzionari daranno il permesso di schierare le truppe in Libano e sul versante siriano delle alture del Golan. «Possiamo inviare truppe in Libano per combattere contro Israele, proprio come abbiamo fatto nel 1981», afferma.
Reazioni delle forze israeliane
Il messaggio dell’uccisione di Nasrallah «è semplice: sapremo come arrivare a chiunque minacci i cittadini dello Stato di Israele», dice il capo di Stato maggiore delle IDF, Herzi Halevi. Oltre a Nasrallah, l’esercito israeliano ha anche affermato di aver colpito Ali Karaki, comandante del fronte meridionale di Hezbollah, insieme a diversi altri leader dell’organizzazione. Karaki era sopravvissuto a un precedente attentato all’inizio di questa settimana.
Proteste a Teheran
Poco dopo l’annuncio delle IDF, proteste di piazza sono esplose a Teheran contro Israele per denunciare gli attacchi su Beirut e la guerra in corso a Gaza. I manifestanti hanno sventolato bandiere e mostrato manifesti di Hamas, di Hezbollah e dei leader iraniani. Il leader supremo dell’Iran l’ayatollah Ali Khamenei, è stato trasferito in un luogo sicuro all’interno del Paese con misure di sicurezza rafforzate. Lo hanno riferito ai media funzionari locali.
Continuano i raid su Beirut
Intanto, i raid su Beirut non si fermano: dopo aver avvisato i residenti di fuggire, le forze israeliane hanno lanciato una serie di nuovi attacchi aerei a Dahieh, il sobborgo a sud della capitale libanese roccaforte di Hezbollah. Gli attacchi hanno lo scopo di distruggere i depositi di armi dell’organizzazione, aggiungono le IDF. Ma i raid non hanno colpito soltanto edifici e vertici di Hezbollah. Decine di edifici civili sono stati rasi al suolo e migliaia di residenti sono stati costretti alla fuga, accampati in altri quartieri, tra cui il lungomare della capitale libanese.
Vittime e danni collaterali
Secondo un bilancio ancora provvisorio del ministero della Sanità, almeno sei persone sono state uccise e altre 91 ferite nei bombardamenti di Israele. L’agenzia di stampa statale libanese riferisce, inoltre, che 11 tra medici, infermieri e paramedici sono stati uccisi e altri dieci sono rimasti feriti negli attacchi dell’esercito israeliano ai centri di difesa civile e a una clinica medica nelle città di Taybeh e Deir Siriane, vicino al confine israeliano. Durante la notte di bombardamenti, migliaia di residenti si sono accampati in strade, piazze pubbliche e rifugi di fortuna.
Chi è Sheikh Hassan Nasrallah
Sheikh Hassan Nasrallah, leader del gruppo sciita libanese Hezbollah dal 1992. Figura misteriosa per certi versi, non appariva in pubblico da anni, proprio per paura di un possibile assassinio da parte di Israele. Nato il 31 agosto 1960 a Beirut, Nasrallah era il maggiore di nove figli in una famiglia che gestiva un piccolo negozio di alimentari, originaria del villaggio di Bazouriyè, nel sud del Libano. Da adolescente ha studiato teologia nella città santa sciita di Najaf, in Iraq, ma è stato costretto a lasciare il percorso durante le repressioni contro gli sciiti guidate dall’allora presidente iracheno Saddam Hussein. Di ritorno in Libano, si è unito al movimento sciita Amal, dal quale si è distaccato durante l’invasione israeliana del Libano nell’estate del 1982 per formare un nuovo gruppo, l’Amal Islamico. L’Amal Islamico ha ricevuto un sostegno sostanziale dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane, diventando una delle principali milizie sciite che in seguito avrebbero formato Hezbollah. Nel 1985, Hezbollah ha annunciato formalmente la sua esistenza pubblicando una «lettera aperta» in cui denunciava gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica come i principali avversari dell’Islam e chiedeva l’"annientamento» di Israele. Con l’espansione di Hezbollah, Nasrallah è salito nei ranghi del gruppo, diventando leader nel 1992, all’età di 32 anni, dopo l’assassinio del suo predecessore, Abbas al-Musawi, in un attacco aereo israeliano. Una delle sue prime risposte alla morte di al-Musawi è stata ordinare attacchi missilistici nel nord di Israele. Il suo contributo è stato fondamentale nel trasformare Hezbollah - armato e finanziato dall’Iran - in una potenza politica e militare. Sotto la sua leadership, Hezbollah ha addestrato combattenti di Hamas e milizie in Iraq e Yemen, acquisendo missili e razzi da Teheran da usare contro Israele. L’arsenale del suo gruppo, secondo lui, dispone di 100mila combattenti e di armi potenti, tra cui missili ad alta precisione. Nasrallah ha anche guidato l’evoluzione di Hezbollah da una milizia pensata per resistere all’occupazione israeliana ad una forza militare che supera l’esercito libanese, inserita nella lista delle organizzazioni terroristiche dell’Unione europea e degli Stati Uniti. Nasrallah appariva raramente in pubblico dopo la guerra che ha contrapposto il suo movimento all’esercito israeliano nell’estate del 2006, e la sua residenza è segreta. Ha anche trasformato Hezbollah in una forza politica rappresentata in Parlamento e nel governo. Il «partito di Dio» è l’unico gruppo ad aver tenuto le armi alla fine della guerra libanese (1975-1990) in nome della «resistenza contro Israele», il cui esercito si è progressivamente ritirato dal Libano dopo 22 anni di occupazione. Sposato, padre di cinque figli, Nasrallah parlava correntemente il farsi, indossava il turbante nero dei Sayyed, i discendenti del Profeta Maometto. In una rara intervista, ha dichiarato di aver giocato a calcio in gioventù e di amare Maradona.