Sabato 21 Dicembre 2024

Hezbollah e Israele combattono nel Sud Libano. Cresce intanto il numero degli sfollati

L’esercito israeliano ha perso il primo uomo da quando sono iniziate le operazioni di combattimento in Libano. "Il capitano Eitan Itzhak Oster, 22 anni è caduto durante un combattimento in Libano», ha fatto sapere l’Idf. Da parte sua Hezbollah ha affermato che i suoi miliziani erano impegnate in uno scontro con le truppe israeliane che si erano «infiltrate» in un villaggio di confine meridionale. Il gruppo sciita aveva rivendicato di aver costretto i soldati israeliani a ritirarsi dopo aver tentato di entrare nel villaggio di confine di Adaysseh più a nord-est. E' stata la prima volta che il gruppo sostenuto dall’Iran ha ammesso che si sta combattendo sul suolo libanese. "La resistenza nel sud è al massimo livello di prontezza», ha detto ai media il portavoce di Hezbollah Mohammad Afif durante un tour nei sobborghi meridionali della capitale libanese. L'esercito libanese ha anche affermato che le forze israeliane avevano brevemente violato la linea di demarcazione tra i Paesi. "Le forze nemiche israeliane hanno violato la Linea Blu di circa 400 metri nel territorio libanese» in due aree, «poi si sono ritirate poco dopo». Mercoledì mattina, l’esercito israeliano ha chiesto l’evacuazione di ulteriori aree nel Libano meridionale, dicendo ai residenti di lasciare oltre 20 villaggi e città nel Libano meridionale. Mentre Israele continua a valutare quale risposta dare all’attacco missilistico dell’Iran, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha presieduto una riunione con i suoi responsabili della sicurezza a Tel Aviv, affiancato dal capo dello Shin Bet Ronen Bar, dal direttore del Mossad David Barnea, dal capo di stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi e dal ministro della Difesa Yoav Gallant.

La crisi degli sfollati dal sud

Il Libano intanto è alle prese con la gestione della crisi degli sfollati dal sud del Paese. Il governo ha chiesto collaborazione alla società civile libanese per aiutare più di un milione di persone a lasciare le proprie case mentre i rifugi allestiti sono già sovraffollati."Lo Stato si assume la piena responsabilità ed è necessario collaborare con la società civile a causa del gran numero di sfollati», ha affermato il coordinatore del Piano di emergenza nazionale e ministro dell’Ambiente del Libano, Nasser Yassin, durante una sessione straordinaria del Consiglio di Sicurezza. Le autorità libanesi hanno allestito più di 870 rifugi, un numero insufficiente. Yassin ha insistito sul fatto che il governo sta cercando tutte le opzioni per convertire i locali in centri di accoglienza poichè «la maggior parte delle scuole a Beirut e sul Monte Libano sono già piene», mentre ha indicato l’apertura di stadi sportivi per gli sfollati. Il ministro dell’Informazione, Ziad Makari, ha ricordato che sono numerosi gli sfollati che dormono per strada, mentre ha precisato che la maggioranza di queste persone non sono libanesi e, pertanto, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) «si occuperà gestirli» in collaborazione con le autorità. Il primo ministro libanese Najib Mikati ha affermato di aver incontrato i vertici militari del Paese e di aver dato istruzioni per adottare «misure adeguate per proteggere il Libano».

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