Spietato, come il fratello Yahya. Mohammed Sinwar, 49 anni, è un personaggio temuto tra i palestinesi di Gaza. E chi parla di lui si trincera dietro l'anonimato: «È capace di uccidere senza esitazione, è una figura spaventosa. La gente guardava a terra quando passava, per paura potesse fraintendere uno sguardo. E reagire. Nessuno a Gaza osa contraddirlo».
Come il fratello ucciso dall’Idf a Rafah, «capisce solo il potere e la violenza, e questa è l’eredità che gli ha lasciato Yahya». Un’eredità che molti osservatori scommettono possa tradursi anche nella leadership del gruppo. Anche se molte restano le incognite sulla successione del macellaio di Gaza. E diversi sono i nomi papabili. Primo tra tutti quello di Khaled Meshaal, che già alla morte di Hanyeh era dato come il designato, salvo poi essere scartato per Sinwar. Meshaal, 68 anni, originario della Cisgiordania e da anni rifugiato in Qatar, non sembra però avere - secondo gli analisti - l'influenza e l’autorità di un tempo sui quadri operativi e sui dirigenti rimasti a Gaza.
Mohammed invece ha avuto un ruolo chiave nell’orchestrare l'attacco del 7 ottobre, rendendolo una delle figure più ricercate a Gaza. Considerato uno degli architetti del massacro, è di fatto succeduto a Mohammed Deif, il 'fantasma di Hamas' ucciso due mesi fa e ritenuto la mente della strage al festival Nova e nei kibbutz.
I fratelli Sinwar hanno molto in comune, incluso il soprannome 'Abu Ibrahim', in onore del padre Ibrahim. Mohammed è stato un confidente fidato di Yahya, uno dei pochi che sapeva dei suoi spostamenti. Il suo ruolo emerse la prima volta nel 2005, quando Hamas ruppe la sua tradizionale segretezza e rivelò l'identità di sette comandanti degli attacchi agli israeliani e alle forze dell’Idf, indicandolo come il capo della Brigata Khan Younis. Già all’epoca Israele tentò più volte di assassinarlo: con i cecchini, con un doppio raid sulla sua casa e con una bomba nel muro della sua abitazione. Tutti falliti.
Una delle sue operazioni principali sarebbe stata l'organizzazione del rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit nel 2006, che portò allo scambio di prigionieri in cui fu liberato il fratello Yahya. «Mohammed è diventato un personaggio importante nell’ala militare di Hamas. Quando Yahya Sinwar era in cella in Israele, si fidava del fatto che Mohammed avesse il controllo su Shalit», ha raccontato tempo fa Yuval Biton, che prima di essere capo dell’intelligence nel carcere dove è stato detenuto Sinwar è stato medico e dentista del penitenziario (contribuendo ai prelievi biometrici che hanno consentito l'incrocio del Dna per identificare il corpo).
Mohammed è nato a Khan Younis ed è stato tra le prime reclute di Hamas, partecipando alla Prima Intifada. Più volte sono circolate voci che fosse stato ucciso ed il suo nome era scomparso, per poi riapparire nel maggio 2022, in una breve intervista di 30 secondi ad Al Jazeera, tanto che alcuni media parlarono di lui come «colui che è tornato dalla morte».
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