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Sospesa in extremis la controversa esecuzione in Texas: Robert Roberson, autistico, condannato per la morte della figlia

La Corte Suprema del Texas ha sospeso a pochi istanti dall’iniezione letale la controversa esecuzione di Robert Roberson, un uomo autistico di 57 anni condannato per aver causato la morte della figlia scuotendola violentemente e provocandole un trauma cranico letale.

L'esecuzione sarebbe stata la prima legata alla "sindrome del bambino scosso", una diagnosi descritta per la prima volta a metà degli anni Settanta e da allora, secondo i legali del condannato, screditata negli ambienti medici.

I giudici, che inizialmente avevano respinto la richiesta di sospensione al pari del Texas Board of Parole e della Corte Suprema di Washington, hanno alla fine accolto l’appello dei membri di una commissione parlamentare statale che vuole ascoltare Roberson il prossimo 21 ottobre per un riesame del caso.

Per una revisione del processo si era schierata nei giorni scorsi una coalizione bipartisan - tra questi il celebre scrittore John Grisham - determinata ad avvallare la tesi dei difensori secondo cui la piccola Nikki di due anni sarebbe morta per cause naturali. Nel febbraio 2002 Roberson si era presentato in ospedale con Nikki in stato comatoso.

Secondo i suoi avvocati, l’uomo era stato condannato "sulla base di pseudoscienza": i medici - a loro avviso - non avrebbero preso in considerazione altre possibilità per la morte della bambina. tra cui la febbre a 40 prima che perdesse conoscenza, una possibile polmonite doppia e una combinazione di farmaci oggi giudicati inadatti per l’uso pediatrico.

Quanto alla polizia, potrebbe aver scambiato l'atteggiamento impassibile di Roberson come quello di un assassino senza cuore, senza pensare che poteva essere il risultato della sua condizione di autistico.

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