La Corea del Nord ha aspramente criticato il gruppo di monitoraggio multilaterale delle sanzioni a suo carico promosso dagli Stati Uniti e lo ha definito «del tutto illegale e illegittimo», minacciando gli 11 Paesi coinvolti «nella nuova campagna diffamatoria» che avrebbero pagato un «caro prezzo». La sua stessa esistenza «costituisce una negazione della Carta dell’Onu», ha tuonato la ministra degli Esteri nordcoreana Choe Son-hui, in una dichiarazione rilanciata dall’agenzia ufficiale Kcna, accusando gli Usa di perseguire i suoi «interessi egemonici» e mettendo in guardia dalle «inevitabili reazioni» in risposta a quella che ha descritto come una «violazione della sovranità» del Paese eremita.
Lanciato a Seul il 16 ottobre con il nome di Multilateral Sanctions Monitoring Team, l’iniziativa, oltre agli Usa, coinvolge Australia, Canada, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Italia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda e Regno Unito, e ha lo scopo di vigilare sull'attuazione delle sanzioni dell’Onu contro Pyongyang, pubblicando informazioni basate «su rigorose indagini delle violazioni e sui tentativi di elusione». Nel mirino, lo sviluppo di armi nucleari e di missili balistici dopo che il veto russo di inizio 2024 ha causato ad aprile la fine del monitoraggio del gruppo di esperti dell’Onu che per 15 anni ha seguito lo sviluppo degli arsenali del regime di Kim Jong-un, marcando i legami sempre più stretti tra Pyongyang e Mosca e tra il leader supremo e il capo del Cremlino Vladimir Putin.
La Corea del Nord è stata accusata di eludere le sanzioni con metodi quali i trasferimenti da nave a nave, con il presunto supporto di Paesi confinanti come Cina e Russia, titolari di seggi permanenti nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Le pesanti critiche di Choe seguono il rapporto dell’agenzia d’intelligence di Seul secondo cui il Nord ha avviato a dispiegare di truppe «su larga scala» pari a 12.000 soldati per supportare la guerra di Mosca in Ucraina, con 1.500 forze speciali in addestramento a Vladivostok, insieme all’invio di armi. La ministra degli Esteri, nella sua dichiarazione, non ha trattato la vicenda, mentre Pyongyang ha negato commerci di armi con la Russia. Tuttavia, le immagini satellitari sembrerebbero supportare la versione di Seul: una delle tre presentate venerdì dal National Intelligence Service (Nis) è stata catturata dal Sud. «La foto è stata scattata da un satellite in nostra gestione», ha detto una fonte governativa di Seul alla Yonhap, dotato di radar ad apertura sintetica (Sar) capace raccogliere dati a prescindere dalle condizioni meteo grazie ai sistemi di telerilevamento. In altri termini, la leva tecnologica è sempre più strategica di fronte a scenari complessi e imprevedibili.
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