Un ostaggio israeliano ancora prigioniero a Gaza «è stato ucciso in circostanze misteriose» nelle zone di combattimento, quindi presumibilmente nel Nord della Striscia: lo riporta l’emittente qatarina Al Jazeera, citando «fonti delle Brigate Al-Qassam». Secondo la testata, è in corso un’indagine per accertare l’accaduto, ma le Brigate Al-Qassam non hanno intenzione di rendere noto il nome dell’ostaggio morto «per ragioni di sicurezza». Già in altre precedenti occasioni, le Brigate Al-Qassam avevano annunciato l’uccisione di prigionieri israeliani a seguito dei violenti bombardamenti israeliani che avevano preso di mira diverse zone della Striscia di Gaza. Stime israeliane indicano che 107 israeliani sono ancora detenuti a Gaza, più di 50 dei quali sicuramente ancora vivi, mentre i combattenti palestinesi non hanno mai confermato tali numeri. All’inizio dello scorso mese di settembre, il portavoce delle Brigate Al-Qassam Abu Ubaida aveva detto che la politica del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, e la sua insistenza nel voler liberare i prigionieri militarmente anzichè con un accordo rende probabile la loro morte, come è successo con i corpi dei 6 prigionieri ritrovati in un tunnel a Rafah a fine agosto.
Intanto, un boato molto forte si è sentito a Tel Aviv alle 18.33. Lo ha constatato l’Ansa sul posto. L’Idf ha reso noto che il forte boato sentito a Tel Aviv è stato provocato da un razzo lanciato dal Libano che è caduto esplodendo nel centro di Israele, in un’area aperta. Le sirene d’allarme non sono state attivate poiché la traiettoria non era verso aree popolate, così come non è entrato in funzione il sistema di difesa aerea.
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