L’uomo più ricco del mondo, il più grande finanziatore della campagna di Donald Trump e uno dei maggiori fornitori di servizi al governo degli Stati Uniti ha avuto «contatti regolari» con Vladimir Putin e altre figure di primo piano del Cremlino. Lo rivela il Wall Street Journal citando funzionari americani, europei e russi secondo i quali le conversazioni tra lo zar e il patron di Tesla e SpaceX spaziavano da «fatti personali» a questioni economiche e geopolitiche. A un certo punto, secondo le fonti citate dal giornale, Putin avrebbe addirittura chiesto a Musk di «non attivare» il suo servizio di satelliti Starlink a Taiwan «per fare un favore» al leader cinese Xi Jinping.
Se fosse confermata, a dieci giorni dalle elezioni americane, la notizia sarebbe inquietante sotto diversi punti di vista. Intanto il miliardario ha una serie di contratti in corso con il Pentagono e le agenzie di intelligence Usa, alcuni dei quali su operazioni classificate. In secondo luogo, attraverso la piattaforma X, ha un potere di influenza straordinario nella società americana; e, ultimo ma non ultimo, Musk è diventato uno dei più grandi sostenitori del candidato repubblicano alla Casa Bianca, ovvero il potenziale nuovo presidente degli Stati Uniti.
In passato il magnate ha negato di simpatizzare per Mosca sostenendo di aver parlato con Putin solo una volta, nell’aprile 2021, di argomenti legati allo spazio. Circostanza, quest’ultima, confermata dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che invece ha definito la notizia del Wsj «totalmente falsa», citando solo una telefonata tra i due «prima del 2022" per parlare di «tecnologie visionarie e soluzioni per il futuro».
All’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si è schierato al fianco di Volodymyr Zelensky e ha donato i terminali Starlink che hanno aiutato notevolmente le truppe ucraine. Ma il suo punto di vista si è progressivamente spostato su posizioni filorusse nel corso della guerra, come quando a settembre del 2022 ha negato agli ucraini l’uso dei suoi terminali per guidare i droni nell’attacco ad una base navale russa in Crimea.
Musk ha poi spiegato di aver imposto le restrizioni perché Starlink è destinato ad usi civili e temeva che qualsiasi attacco alla Crimea avrebbe potuto innescare una guerra nucleare. Nell’ottobre dello stesso anno ha preso la bizzarra iniziativa di lanciare su X il voto su un piano di pace per l’Ucraina che rifletteva alcuni punti della proposta russa, inclusa l’occupazione della Crimea e la neutralità di Kiev fuori dalla Nato. Fu proprio allora, rivela una delle fonti, che tra il miliardario e il leader del Cremlino cominciarono i contatti che sono andati avanti fino ad oggi.
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