Nelle ultime 24 ore, raid israeliani su due edifici residenziali nel nord della Striscia di Gaza hanno causato la morte di 84 persone, tra cui più di 50 bambini, secondo quanto riportato dall’ufficio stampa governativo di Gaza, gestito da Hamas. Oltre alle vittime confermate, molte persone risultano ferite o disperse sotto le macerie. Le operazioni di soccorso sono in corso, ma i soccorritori devono affrontare condizioni estremamente difficili a causa dei continui bombardamenti e della limitata disponibilità di attrezzature per il recupero dei corpi e il soccorso dei feriti.
Questi nuovi attacchi fanno parte di un’intensificazione delle operazioni militari di Israele in risposta ai recenti lanci di razzi dalla Striscia verso il territorio israeliano. Tel Aviv ha dichiarato che le operazioni mirano a colpire infrastrutture e postazioni di Hamas e di altri gruppi armati presenti a Gaza.
La comunità internazionale segue con crescente preoccupazione l'evolversi della crisi: Nazioni Unite, Unione Europea e altre organizzazioni umanitarie hanno espresso allarme per il numero elevato di vittime civili e hanno invitato entrambe le parti a moderare l’escalation di violenza. Gli appelli a un cessate il fuoco si susseguono, ma le prospettive di una tregua appaiono al momento difficili, con entrambe le parti che mostrano determinazione a proseguire le operazioni.
Le fonti locali, tra cui Haaretz e Al Jazeera, riportano che nei quartieri più colpiti la popolazione è costretta a lasciare le proprie abitazioni nel tentativo di sfuggire ai bombardamenti, mentre chi non riesce a evacuare fa i conti con il crollo dei servizi essenziali e la scarsità di beni di prima necessità. Con l’intensificarsi delle azioni militari, la situazione umanitaria nella Striscia si aggrava ulteriormente: ospedali sovraffollati e la carenza di medicinali rendono difficile l’assistenza alle migliaia di feriti, aggravando la già drammatica situazione per i civili bloccati nel conflitto.
La situazione resta altamente instabile e sul piano diplomatico continuano i tentativi internazionali di negoziare una tregua che consenta alle organizzazioni umanitarie di entrare a Gaza e assistere la popolazione.
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