Nel rispetto di una tradizione elettorale risalente agli anni 60', nel New Hampshire, nella cittadina di Dixville Notch, vicina al confine con il Canada, gli aventi diritto sono i primi a votare, anticipando il resto del Paese. Di fatto hanno già espresso la loro preferenza, mettendo la scheda nell’urna poco dopo la mezzanotte. I voti vengono quindi contati e i risultati annunciati, ore prima che gli altri stati aprano le urne.
Secondo la CNN, Kamala Harris e Donald Trump hanno ottenuto tre voti a testa. Sempre secondo la CNN, quattro repubblicani e due elettori non dichiarati hanno partecipato al voto poco dopo mezzanotte di martedì.
In Michigan l'ultimo comizio di Trump
La promessa di «portare l’America e il mondo» a «nuove vette di gloria» durante l’ultimo incontro della sua campagna presidenziale. "Con il vostro voto di domani, possiamo risolvere tutti i problemi che affliggono il nostro Paese», ha dichiarato il candidato repubblicano.
E anche nel suo ultimo comizio elettorale a Grand Rapids, nel Michigan, l'ex presidente ha insultato i suoi oppositori, in particolare Joe Biden, Nancy Pelosi e il rappresentante Adam Schiff, investigatore capo del primo impeachment di Trump. «Joe Biden in uno dei suoi momenti folli ha detto che eravamo tutti spazzatura», ha commentato Trump aggiungendo «hanno rubato le elezioni a un presidente», in apparente riferimento all’abbandono della campagna di Biden per essere sostituito da Kamala Harris. Poi il candidato repubblicano ha detto che Pelosi «è una persona corrotta malvagia, malata, pazza. Inizia con una 'b' ma non lo dirò! Voglio dirlo». Di Adam Shifty Schiff ha detto che «ha la testa più grande, è un ragazzo poco attraente sia dentro che fuori».
Non sono mancati ovviamente gli attacchi alla sua diretta avversaria. «Kamala, è una persona con un QI molto basso e non abbiamo bisogno di una persona con un QI molto basso. Ce l’abbiamo da quattro anni e il nostro Paese sta andando a rotoli», ha detto. «Se voti per la bugiarda Kamala avrai altri quattro anni di miseria, fallimento e disastro da cui il nostro paese potrebbe non riprendersi mai», ha aggiunto Trump.
Più della metà della folla se n'è andata durante un discorso tortuoso - lungo quasi due ore, dopo essere arrivato in estremo ritardo - in particolare quando ha cominciato a meditare sul fatto che Dio potrebbe averlo salvato dal proiettile di un assassino in modo che potesse diventare presidente, affermando di avere «il 95% di possibilità o qualcosa del genere» di vincere le elezioni. Ha anche detto che non si candiderà di nuovo alla presidenza e, se questo dovesse essere l’ultimo comizio, sarebbe stata una fine piuttosto ignominiosa.
Nel Michigan ha anche lanciato gravi avvertimenti razzisti sull'immigrazione, descritto le città americane come inferni pieni di criminalità e ha fatto vaghe promesse iperboliche su come solo lui avrebbe potuto sistemare il Paese.
Inoltre ha spaziato ulteriormente su vari argomenti, tra cui le promesse di difendere la libertà religiosa, il diritto di detenere e portare armi, di «tenere gli uomini fuori dagli sport femminili» e rafforzare i nostri confini.
Non è nemmeno mancato un appello agli elettori arabi. Kamala Harris «invaderà il Medio Oriente. Stiamo costruendo la più grande e ampia coalizione nella storia politica americana. Ciò include numeri record di elettori arabi e musulmani nel Michigan che vogliono la pace», scrive Trump su X. «Sanno che Kamala e il suo gabinetto guerrafondaio invaderanno il Medio Oriente, faranno uccidere milioni di musulmani e inizieranno la Terza guerra mondiale», aggiunge il tycoon promettendo di «riportare la pace» nella regione.
«Non ci arrenderemo mai, insieme combatteremo, combatteremo e vinceremo, vinceremo, vinceremo! Il 5 novembre, oggi, sarà il giorno più importante nella storia del nostro paese», ha insistito Trump. «Vi amo tutti, Dio vi benedica, Dio vi benedica Michigan, Dio benedica gli Stati Uniti d’America!», ha concluso il candidato alla Casa Bianca che ha poi ballato sulle note di YMCA.
Donald Trump non abbandona la retorica violenta neppure nell’ultimo giorno della campagna. In un comizio in Pennsylvania, l’ex presidente Usa ha suggerito che Kamala Harris dovrebbe salire sul ring con il pugile Mike Tyson. «Mettete Mike sul ring con Kamala. Sarà interessante», ha detto Trump. Nei giorni scorsi il tycoon aveva detto che non gli dispiacerebbe se sparassero ai media, poi ha evocato il plotone di esecuzione per Liz Cheney e ha detto che gli piacerebbe restituire il «colpo» che gli ha dato Obama, criticandolo pesantemente.
"Ogni voto conta"
«Questa potrebbe essere una delle elezioni più combattute della storia. Ogni voto conta», ha invece avvertito Kamala Harris nel suo ultimo comizio, a poche ore dall’apertura delle urne negli Stati Uniti. «In queste elezioni abbiamo l’opportunità di voltare finalmente pagina rispetto a un decennio di politica guidata dalla paura e dalla divisione. Ne abbiamo abbastanza», ha detto la vicepresidente e candidata democratica senza nominare il suo rivale, il repubblicano Donald Trump.
La disinformazione russa in Stati chiave
I servizi segreti statunitensi hanno accusato la Russia di essere «attivamente» coinvolta in operazioni di disinformazione nei sette Stati chiave del Paese che determineranno l’esito delle elezioni presidenziali di martedì. Arizona, Nevada, Georgia, North Carolina, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin saranno decisivi per il voto che permetterà alla democratica Kamala Harris o al repubblicano Donald Trump di entrare alla Casa Bianca.
"La Russia è la minaccia più attiva» in questi Stati americani, hanno accusato in una dichiarazione congiunta il Federal Bureau of Investigation (FBI), l’Office of the Director of National Intelligence (ODNI) e la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA). «Questi tentativi hanno il potenziale di incitare alla violenza, anche contro i funzionari elettorali», avvertono. Secondo l’ODNI, di recente è circolato sui social network un video con un’intervista a una persona che affermava che una frode con schede false e alterazioni delle liste elettorali era volta a favorire Kamala Harris in Arizona.
Contestati 4.000 voti dall'estero in Pennsylvania
I voti di oltre 4.000 persone residenti all’estero sono stati contestati in 14 contee dello stato in bilico della Pennsylvania. Lo riferisce il Guardian. La legge della Pennsylvania richiede che qualcuno sia residente nello stato per votare. Ma le contestazioni non sono valide, afferma l’American Civil Liberties Union (Aclu), perché la legge federale consente ai cittadini americani di votare alle elezioni federali nell’ultimo luogo negli Stati Uniti in cui hanno vissuto se vivono all’estero e non sono sicuri di poter tornare nel Paese. L’Aclu, tramite i suoi legali, chiede di respingere tali contestazioni. Non è facile identificare tutti gli autori delle contestazioni, ma alcuni sembrano riconducibili all’orbita del mondo cospirazionista Maga. In settembre Donald Trump aveva detto che i voti dall’estero sono fraudolenti. I giudici hanno respinto ricorsi analoghi in Carolina del Nord e in Michigan.
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