Lo scenario peggiore per l’Ucraina, che sarebbe ridotta ad uno Stato fantoccio sotto il controllo di Mosca. E’ quello evocato dall’intelligence di Kiev dando notizia di un piano elaborato da Vladimir Putin da presentare a Donald Trump per chiudere il conflitto, che prevede la divisione del Paese in tre: il sud-est con i territori occupati diventati parte integrante della Federazione russa, il centro con la capitale Kiev governata da un’autorità filo-russa e parte occidentale il cui destino sarebbe concordato con Polonia, Ungheria e Romania. Fonti dell’intelligence ucraina, nei giorni scorsi, hanno fatto filtrare all’agenzia Interfax-Ucraina quello che appare come la massima espressione del progetto neo-imperialista del Cremlino. Secondo questa ricostruzione, il Ministero della Difesa russo ha preparato un documento con una previsione dell’evoluzione della situazione militare e politica nel mondo fino al 2045, che cercherà di trasmettere alla nuova amministrazione statunitense. Con l’obiettivo, rileva Kiev, di eliminare la soggettività politica dell’Ucraina. In particolare, Mosca avrebbe in mente di dividere il territorio in tre parti. La prima, totalmente annessa alla Russia, con le regioni di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk, oltre alla Crimea. La seconda, che nel documento viene definita «entità statale filo-russa» e che comprende Kiev, assieme tra le altre a Sumy, Kharkiv, Dnipro, e Odessa, con la presenza militare russa. La terza parte dell’Ucraina, denominata "territori contesi», che comprende le regioni occidentali dell’Ucraina, come Leopoli, il cui futuro secondo il Cremlino può essere deciso tra la Russia e gli altri stati vicini: Ungheria, Polonia, Romania. Di questo ipotetico piano Putin finora non sono arrivate conferme, ma il fatto che i media ucraini ne abbiano parlato dà il senso della preoccupazione che si respira negli ambienti di Kiev in questa fase del conflitto. Tra le persistenti difficoltà nel resistere agli assalti russi sul terreno, e con l’imminente arrivo alla Casa Bianca di Trump. Il tycoon, del resto, pur senza avallare una dissoluzione dell’Ucraina come entità politica, potrebbe comunque spingere per una pace con condizioni molto dure per Kiev. Con la rinuncia a importanti parti del territorio e soprattutto ad un futuro ingresso nella Nato.