"Il piano di Israele è che la nuova Siria abbia a disposizione solo armi semplici da usare dentro la Siria": lo afferma l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, che sta documentando i raid aerei israeliani in tutta la Siria occidentale e in alcune zone della Siria nord-orientale. «Con più di 320 raid aerei in 48 ore Israele ha distrutto e sta distruggendo ogni capacità militare presente e futura delle forze armate siriane», si legge nel report dell’Osservatorio. «Israele ha distrutto completamente centri di ricerca, aeroporti, installazioni radar, difesa aerea, strumentazioni della marina, depositi di munizioni».
La Turchia ha criticato duramente l'azione di Israele nelle Alture del Golan, definendo il comportamento israeliano un esempio di «mentalità di occupazione». L’accusa segue l’ingresso delle forze di difesa israeliane (Idf) nella zona cuscinetto, una regione controllata dalle Nazioni Unite al confine con la Siria.
In un comunicato, il ministero degli Esteri turco ha criticato l’operazione: «Condanniamo fermamente l’ingresso di Israele nella zona di separazione tra Israele e Siria. In questo periodo delicato, Israele sta ancora una volta mostrando la sua mentalità da occupante». L’azione israeliana segue la conquista della zona demilitarizzata da parte di ribelli jihadisti e la caduta del regime di Bashar al-Assad.
Netanyahu: «Accuse assurde contro di me»
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu in tribunale ha definito «assurde» le accuse di corruzione, frode e violazione della fiducia a suo carico. Durante il processo, Netanyahu ha dichiarato di voler «sfatare le accuse», definendole una grande ingiustizia.
«Questa è l’occasione per raccontare la mia verità. Ho atteso otto anni per farlo», ha affermato il leader israeliano, sottolineando che intende combattere le accuse fino alla fine. L'udienza si inserisce in un contesto di tensione crescente sia sul piano interno che internazionale per il governo israeliano.
Raid israeliani in Siria: appello dell’ONU: bilancio devastante
L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha chiesto la fine immediata degli attacchi israeliani sul territorio siriano. «È molto preoccupante vedere gli attacchi e i movimenti israeliani sul suolo siriano. È estremamente importante che cessino», ha dichiarato Pedersen in conferenza stampa a Ginevra.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh), Israele ha condotto oltre 320 raid aerei dalla caduta del regime di Assad, distruggendo depositi militari, centri di ricerca e installazioni strategiche. Negli ultimi due giorni, le operazioni hanno devastato le capacità militari del regime siriano, incluse basi aeree, radar e depositi di munizioni.
Israele colpisce la Marina siriana
Le operazioni israeliane hanno interessato anche la flotta navale siriana. Secondo fonti militari, la Marina israeliana ha distrutto navi equipaggiate con missili nella baia di Minet el-Beida e nel porto di Latakia, sulla costa occidentale della Siria. Questa mossa mira a impedire che gli armamenti del regime di Assad finiscano nelle mani sbagliate.
«Il piano di Israele è garantire che la Siria non disponga di armi sofisticate utilizzabili fuori dai suoi confini», ha affermato l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Nel report, si evidenzia come Israele stia sistematicamente annientando ogni risorsa militare potenzialmente pericolosa per la sicurezza regionale.
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