Una ragazzina di 15 anni ossessionata dalla strage di Columbine alla quale piaceva inventarsi nomi ed identità diverse. Questo, per il momento, il profilo della killer di Madison, la studentessa che ha aperto il fuoco nella sua scuola ed ha ucciso un insegnante ed uno studente prima di togliersi la vita. Un altro insegnante e altri cinque alunni sono rimasti feriti, due in condizioni critiche. L’ennesima mattanza in una scuola americana questa volta è stata compiuta da una ragazza, Natalie Rupnow, che si faceva chiamare Samantha e, secondo alcuni media americani, è una persona transgender. La polizia non ha smentito né confermato sottolineando che la tragedia di Madison «non ha nulla a che vedere con il genere nel quale qualcuno si identifica». Del suo movente per seminare morte e terrore alla Abundant Life School non si sa ancora nulla ma sui social è stata pubblicata una foto nella quale la killer indossa la maglietta con il logo di una band tedesca, identica a quella di Eric Harris, il 18enne che assieme al coetaneo Dylan Klebold massacrò 12 studenti e un insegnante alla Columbine High School, in Colorado, nel 1999. Un’insana ammirazione per i ragazzini stragisti che compirono una delle più cruente sparatorie in una scuola della storia americana, prima di suicidarsi. Forse quella dell’emulazione è una pista che la polizia sta seguendo, oltre ad indagare su un presunto 'manifestò pubblicato da una persona che sostiene di essere amica della killer. «Non siamo ancora riusciti a localizzare questa persona, ma ci stiamo lavorando», ha spiegato il capo della polizia Shon Barnes. Lo scorso maggio, nella stessa zona del Wisconsin, il 14enne Damian Haglund tentò di entrare nella sua scuola media con un fucile ad aria compressa, ma fu freddato dalla polizia prima di poter compiere la sua strage. Gli investigatori trovarono poi degli scritti nel suo diario in cui pianificava l’attacco e la sua morte ed ammetteva di essere ossessionato dai massacri nelle scuole: non solo Columbine, ma anche Sandy Hook, Ecole Polytech e altre. Gli agenti di Madison stanno inoltre setacciando computer e cellulare di Natalie e stanno perquisendo la casa nella quale viveva con i genitori. I Rupnow stanno collaborando con gli investigatori e le prossime ore saranno cruciali per stabilire il loro ruolo, se la pistola usata nella sparatoria fosse di loro proprietà e se ci sia stata negligenza. Non sarebbe la prima volta che i genitori di un killer adolescente vengano ritenuti responsabili delle azioni dei figli, come è accaduto qualche mese fa in Georgia, dove il padre del quattordicenne che ha freddato due studenti e due insegnanti nella sua scuola di Wader è stato arrestato ed incriminato per avergli regalato a Natale un fucile d’assalto. Intanto la polizia ha ricostruito che la chiamata al 911, il numero per le emergenze negli Stati Uniti, è stata effettuata da un insegnante di una classe di seconda elementare, e non da un alunno di 7 o 8 anni come suggerivano le prime indiscrezioni. Dall’inizio dell’anno ci sono state 83 sparatorie in scuole, una in più del 2023, e di queste 56 sono avvenute negli istituti che vanno dalle elementari alle superiori, i cosiddetti K-12, le altre 27 nei campus universitari. Per Joe Biden l’ennesima strage è «scioccante e irragionevole». «Abbiamo bisogno che il Congresso agisca ora - ha ribadito il presidente che nei suoi quattro anni alla Casa Bianca ha cercato in tutti i modi di fare pressione su Capitol Hill per una maggiore stretta sulle armi e il bando dei fucili d’assalto -. Da Newtown a Uvalde, da Parkland a Madison, a tante altre sparatorie che non ricevono attenzione, è inaccettabile che non siamo in grado di proteggere i nostri figli da questa piaga della violenza armata. Non possiamo continuare ad accettarla come normale. Ogni bambino merita di sentirsi al sicuro nella propria classe. Gli studenti in tutto il nostro Paese dovrebbero imparare a leggere e scrivere, non a schivare le pallottole e a cercare riparo».
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