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La Tavola dei Dieci Comandamenti venduta per 5 milioni di dollari

epa11783728 A handout photo made available by Sotheby's taken on 05 November 2024 of a stone tablet inscribed with the Ten Commandments which is being auctioned by Sotheby’s in New York, New York, USA (issued 18 December 2024). The tablet which, according to Sotheby’s, dates from the Late Roman -Byzantine Era (ca. 300 -800 CE) is estimated to sell for $1 million - $2 million / €953,000 - €1.9 million during an auction on 18 December 2024 in New York. EPA/HANDOUT / SOTHEBY'S HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Una tavola dei Dieci Comandamenti nella versione adottata dagli antichi Samaritani è stata battuta da Sotheby's per oltre cinque milioni di dollari: una cifra da capogiro che ha moltiplicato per cinque volte la stima minima di partenza, nonostante qualche dubbio sull'autenticità emerso alla vigilia dell’asta. La tavola di pietra, secondo Sotheby's, è la più antica conosciuta su cui in epoca cristiana fu inscritto il Decalogo.

«Non è soltanto un importante manufatto storico, ma un legame con le fedi che hanno contribuito a dar forma alla civiltà occidentale», ha commentato Richard Austin del Dipartimento libri antichi e manoscritti di Sotheby's.

Risalente al tardo periodo bizantino, la tavola ha circa 1.500 anni. Pesante circa 50 chili e alta 60 centimetri, la lastra di marmo iscritta in paleo-ebraico fu scoperta nel 1913 durante scavi ferroviari lungo la costa meridionale di Israele vicino a siti di antiche sinagoghe, moschee e chiese.

L’importanza della scoperta è rimasta incompresa per molti decenni, riporta Sotheby's, e per trent'anni la lastra servì come parte della pavimentazione all’ingresso di una casa locale con l’iscrizione rivolta verso l’alto e esposta al traffico pedonale. Nel 1943 fu venduta allo studioso Jacob Kaplan che lo identificò come un Decalogo Samaritano, contenente i precetti divini centrali per molte fedi e probabilmente esposto originariamente in un edificio di culto o in una dimora privata.

Il sito originario fu probabilmente distrutto durante le invasioni tra il 400 e il 600 d.C. o le successive crociate dell’XI secolo.

È stata l’assenza di un vero contesto archeologico documentato che ha fatto sollevare perplessità ad alcuni esperti: «Oggetti da questa regione del mondo sono pieni di falsi», ha detto al New York Times Brian Daniels, direttore dei programmi al Penn Cultural Heritage Center di Filadelfia. Le venti linee di testo incise sulla pietra seguono da vicino i versi biblici familiari sia alle tradizioni cristiana che ebraica. La tavola contiene però solo nove dei comandamenti riportati nel Libro dell’Esodo, omettendo l’ammonizione «Non pronunciare il nome del Signore invano». Viene invece incluso un nuovo precetto: l’invito ad adorare Dio sul Monte Garizim, un luogo particolarmente sacro per i Samaritani.

Dopo la morte di Kaplan, la lastra finì in una galleria israeliana e poi al Living Torah Museum in Brooklyn. Nel 2016 fu acquistata dal collezionista Mitchell Cappell per 850mila dollari. È Cappell che ha messo il Decalogo all’incanto.

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