Venerdì 20 Dicembre 2024

Putin sfida Nato e Ue: no a cessate il fuoco, sì a negoziati con condizioni imposte. "Con l'Italia simpatia reciproca"

Vladimir Putin

Nella conferenza di fine anno in cui risponde a domande della stampa e di semplici cittadini, il leader russo ha cercato di proiettare un’immagine di forza e perseveranza. Come di consueto, ha utilizzato un evento strettamente coreografato per ribadire la sua autorità e dimostrare un controllo totale su tutto, dai prezzi al consumo all’andamento della guerra. Con una modalità non nuova, Putin da una parte parla di dialogo e dall’altra mostra i muscoli. Ha proposto un «duello tecnologico» all’Occidente i cui missili forniti all’Ucraina stanno colpendo con regolarità anche il territorio russo: voi ci dite un obiettivo da colpire a Kiev, noi lanciamo il nostro missile ipersonico Oreshnik e voi cercate di intercettarlo, vediamo cosa succede, è stata la sfida lanciata dal leader russo, in una diretta tv imposta nell’orario di lezione alle scuole in tutto il Paese. «Putin è un pazzo, ama uccidere», ha commentato Zelensky, in conferenza stampa a Bruxelles a margine del Consiglio europeo da dove ha chiesto a Trump di «aiutarci a mettere fine a questa guerra». Si tratta di settimane decisive per il futuro del conflitto in Ucraina. Manca un mese all’arrivo di Trump alla Casa Bianca e cresce l’allarme per la possibilità che riduca il sostegno a Kiev. Zelensky ha chiesto a Bruxelles «l'unità» tra Ue e Washington di fronte all’aggressione russa. «E' molto difficile mantenere il sostegno all’Ucraina senza gli Stati Uniti», ha riconosciuto il presidente che ha partecipato a un vertice a Bruxelles con i leader dell’Ue e della Nato. Quello su cui Putin e Zelensky sembrano concordare è che la prospettiva di un cessate il fuoco rischi solo di avvantaggiare il nemico che potrebbe sfruttarlo per riamarsi. Il presidente russo ha chiesto una «pace duratura e a lungo termine» con garanzie per Mosca, mentre il collega ucraino ha rifiutato la possibilità semplicemente di «congelare» il conflitto e respinto i tentativi di mediazione del premier ungherese, Viktor Orban: «Non ha un mandato per organizzare i negoziati di pace e le sue relazioni con Putin sono un pò troppo calde per rimettere Putin al suo posto». «Quando parliamo di un cessate il fuoco, in qualsiasi guerra, la gente sa cosa accadrà dopo. Dovremmo avere in mente cosa accadrà domani per creare un cessate il fuoco oggi», ha proseguito Zelensky, «ecco perché l’Ucraina ha bisogno di solide garanzie di sicurezza dalla Nato e più armamenti per assicurare che qualsiasi potenziale accordo di pace sia sostenibile». Anche nella prospettiva poco realistica oggi di un accordo di pace, non è chiaro chi e con quali mezzi potrà garantire in futuro la sicurezza dell’Ucraina che con la Russia condivide un confine lungo oltre 1.700 chilometri. Zelensky lo ha detto chiaramente: le sole garanzie europee non sarebbero «sufficienti», gli Stati Uniti devono essere coinvolti.

Putin e il messaggio a Trump

Uno da Mosca e l’altro da Bruxelles, i leader russo e ucraino hanno lanciato ognuno il suo messaggio al futuro presidente Usa, Donald Trump, che ha promesso di mettere fine alla guerra appena arriverà alla Casa Bianca il mese prossimo. Il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno, ha lasciato intendere di voler continuare la guerra anche nel 2025, convinto di avere «l'esercito meglio preparato al mondo» e negando che la caduta dell’alleato siriano Bashar al-Assad sia stata una sconfitta strategica per Mosca. In quattro ore e mezzo di maratona tv - la più lunga dal 2013 - il leader del Cremlino ha ammesso che al terzo anno di guerra ha «quasi smesso di ridere», che si tratta di un periodo difficile per il Paese e la sua economia, ma ha poi confessato di non avere nessun rimpianto. Anzi, se potesse tornare indietro lancerebbe l’invasione su vasta scala dell’Ucraina anche prima del febbraio 2022. Nel 2014, la Russia ha strappato la Crimea all’Ucraina e le forze filo-russe hanno scatenato un conflitto nell’Ucraina orientale, ma solo otto anni dopo Putin ha tentato di conquistare Kiev. Nel dirsi pronto a incontrare Trump «in qualsiasi momento», Putin si è anche dichiarato pronto a negoziare con il collega ucraino, Volodymyr Zelensky, ma solo «dopo che si sarà candidato e vincerà elezioni presidenziali». Mosca ritiene illegittimo il leader di Kiev il cui mandato è scaduto a maggio ma che rimane al suo posto nell’impossibilità di tenere consultazioni popolari in tempo di guerra. Per questo risulta quasi sarcastica l’ennesima apertura di Putin a «negoziati senza precondizioni», ma sulla base degli accordi di Istanbul e del riconoscimento delle conquiste territoriali sul campo. Si è anche dichiarato «aperto a compromessi» per porre fine alla guerra, ma senza mai specificare cosa potrebbero comportare.

Putin e l’Italia: tra russofobia e legami storici

Da un lato gli attacchi del ministero degli Esteri al governo di Roma, accusato di «russofobia», dall’altro l’antico amore per l’Italia che alberga ancora in molti russi. Dall’inizio del conflitto in Ucraina i rapporti bilaterali corrono su questo difficile equilibrio, di cui si è fatto portavoce ancora una volta Vladimir Putin. «Nonostante quello che succede ora, noi percepiamo nella società italiana una certa simpatia per la Russia, così come noi l’abbiamo per l'Italia», ha dichiarato il capo del Cremlino durante la conferenza stampa fiume di fine anno. E non poteva mancare un richiamo a Silvio Berlusconi e ai loro rapporti non solo politici ma anche personali. Alla domanda con chi si siederebbe a prendere un tè tra i politici scomparsi, il presidente ha citato proprio il Cavaliere, insieme al defunto cancelliere tedesco Helmut Kohl e all’ex presidente francese Jacques Chirac. «Leader dai quali ho imparato molto», ha detto il presidente russo. Ma ha fatto capire che un posto particolare nel suo cuore è sempre riservato a Berlusconi, che in occasione della morte, lo scorso anno, aveva definito «un caro amico», parlando di «perdita irreparabile». Il Cavaliere era una persona «molto calda nei rapporti, molto operosa, molto tenace», ha affermato il capo del Cremlino davanti alla platea di giornalisti e cittadini russi in rappresentanza di diverse regioni che assistevano alla conferenza stampa. Oltre ad essere, ha aggiunto, un politico che "ha fatto molto per lo sviluppo dei rapporti tra Italia e Russia». I tempi sono cambiati, e di conseguenza i toni ufficiali. Due mesi fa il ministero degli Esteri ha denunciato le politiche "russofobe» delle autorità italiane, che avevano negato i visti alla delegazione russa che doveva partecipare a Milano al 75/o International Astronautical Congress. E già dal gennaio 2023 il ministro degli Esteri Serghei Lavrov aveva espresso «sorpresa" nel «vedere l’Italia diventare uno dei leader nel fronte anti-russo». Ma Putin ha sempre usato parole diverse. «In Italia - aveva detto per esempio il capo del Cremlino nel giugno scorso durante un incontro con i rappresentanti di agenzie di stampa internazionali - non si diffonde una russofobia da cavernicoli, e lo teniamo in considerazione». «Speriamo che quando la situazione riguardo all’Ucraina comincerà a stabilizzarsi, riusciremo a ristabilire relazioni con l’Italia forse anche più velocemente che con qualche altro Paese», aveva aggiunto lo zar.

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