Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Le immagini dell'attacco a un santuario fanno esplodere le proteste in Siria, ma il video è "vecchio"

Manifestazioni della minoranza alawita in diverse città della Siria, dopo un video sui social network che mostrava un attacco a uno dei loro santuari

L'Ue lancia un ponte aereo per aiuti umanitari in Siria

Una Ong e testimoni hanno riferito di manifestazioni della minoranza alawita in diverse città della Siria, dopo un video sui social network che mostrava un attacco a uno dei loro santuari. Tre testimoni sentiti dall’AFP hanno riferito di manifestazioni nelle città costiere di Tartous, Jableh e Latakia, nella Siria occidentale, dove è molto radicata la comunità alawita da cui proviene il deposto presidente Bashar al-Assad.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh) ha confermato raduni simili a Banias e Homs, la grande città centrale dove la polizia ha intanto dichiarato il coprifuoco dalle 18:00 ora locale.

Le nuove autorità siriane hanno affermato che il video di un attacco a un santuario alawita è «vecchio» e che dietro l’incidente c'erano «gruppi sconosciuti», dopo che la comparsa delle immagini sui social network ha innescato proteste.

Il filmato che mostra «l'assalto e l’attacco» al santuario di Aleppo è «vecchio e risale al momento della liberazione» della città siriana settentrionale da parte dei ribelli all’inizio di questo mese, ha affermato una dichiarazione del ministero degli Interni, aggiungendo che l'attacco è stato opera di «gruppi sconosciuti» e che "ripubblicare» il video ha contribuito a «fomentare conflitti".

Intanto le forze armate israeliane si stanno preparando a costruire postazioni militari temporanee all’interno di una zona cuscinetto tra Israele e Siria, dal momento che ha ricevuto istruzioni dalla leadership politica di rimanere sul posto durante l’inverno. Le postazioni saranno smantellate quando all’esercito verrà ordinato di lasciare la zona cuscinetto, ha aggiunto l’Idf. Israele all’inizio di dicembre ha preso il controllo di un’area al confine nella Siria meridionale dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad e la presa del potere da parte di una coalizione di ribelli guidata dal gruppo islamista radicale Hayat Tahrir al-Sham. Il premier Benjamin Netanyahu ha assicurato che i soldati resteranno lì fino a quando non verrà stabilito un nuovo accordo di sicurezza con Damasco

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia