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Papa Francesco: "Basta colpire i civili, rispettate i diritti umani"

La guerra «è una sconfitta, sempre». Torna a ripeterlo anche oggi Papa Francesco, che, all’Angelus, ha chiesto pace per le terre martoriate dai conflitti: Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Siria, Myanmar, Sudan. Poi Francesco ha lanciato un preciso appello alla comunità internazionale affinché chieda «con fermezza» il rispetto dei diritti umani ovunque. Un messaggio, questo, che riecheggia le parole che gli aveva attribuito ieri l’agenzia iraniana Irna, con il riferimento diretto al premier israeliano Benjamin Netanyahu, e che il Vaticano non ha mai smentito.

L'appello alla comunità internazionale

«La comunità internazionale agisca con fermezza perché nei conflitti sia rispettato il diritto umanitario. Basta colpire i civili, basta colpire le scuole, gli ospedali, basta colpire i luoghi di lavoro. Non dimentichiamo che la guerra sempre è una sconfitta, sempre», ha detto il Pontefice. Sempre all’Angelus, Papa Francesco ha sottolineato che viviamo in «un tempo non facile dove c'è tanto bisogno di luce, di speranza e di pace, un mondo dove gli uomini a volte creano situazioni così complicate che sembra impossibile uscirne».

Le difficoltà in Medio Oriente e in Ucraina

La mente va alla difficile situazione in Medio Oriente, ma resta nel cuore del Papa anche la difficoltà, nonostante gli sforzi diplomatici della stessa Santa Sede, a trovare una soluzione per l’ormai lunga guerra tra la Russia e l’Ucraina. Proprio per portare conforto e aiuto materiale alle popolazioni civili, il Papa ha voluto inviare a Kiev, per le feste natalizie, il suo elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski.

La Croce Rossa e il rispetto del diritto umanitario

L’appello del Papa, pronunciato nel corso dell’Angelus, viene rilanciato anche dalla Croce Rossa, presente in tutte le zone di conflitto per portare soccorso: «Ci uniamo al rinnovato appello di Papa Francesco alla comunità internazionale affinché venga garantito il rispetto del diritto umanitario nei conflitti. La popolazione civile, le strutture sanitarie, le scuole e gli operatori umanitari non sono un bersaglio, non ci stancheremo mai di ripeterlo: le guerre hanno delle regole e vanno rispettate», ha dichiarato Rosario Valastro, presidente della Cri.

A Gaza, il sistema sanitario è al collasso; in Siria e Libano, ma in generale in tutto il Medio Oriente, l’emergenza umanitaria è sempre più ampia. Tutto dopo un anno, quello da poco concluso, che si è purtroppo confermato il più sanguinoso anche per chi aiuta: sono quasi 300 gli operatori umanitari uccisi, 32 dei quali della Croce Rossa.

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