Tregua a Gaza. Romi, Emily e Doron: rilasciati i primi tre ostaggi israeliani. Netanyahu: «Le accogliamo con affetto». Biden: «Centinaia di camion» di aiuti stanno entrando a Gaza»

«Il governo di Israele accoglie con affetto le tre donne liberate. Le loro famiglie sono state informate dalle autorità competenti che sono state rilasciate e sono tornate tra le nostre forze». Lo scrive l’ufficio del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. «Il governo di Israele è impegnato a riportare a casa tutti gli ostaggi e i dispersi. Sono state liberate Romi Gonen (24 anni), Emily Damari (28 anni), Doron Steinbrecher (31 anni). Il governo, insieme a tutte le forze di sicurezza, continuerà a sostenere le donne liberate e le loro famiglie», si legge nella nota. Anche Joe Biden celebra l’entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza, che arriva in una regione, il Medio Oriente, «profondamente trasformato». Hamas non governerà più Gaza, ha detto Joe Biden, sottolineando che il leader di Hamas è «morto e gli sponsor di Hamas nel Medio oriente sono stati indeboliti da Israele. «Centinaia di camion» di aiuti stanno entrando a Gaza, ha concluso Biden.
Chi sono le tre donne liberate
Romi Gonen, 23 anni, è stata sentita l’ultima volta alle 10,58 del 7 ottobre, mentre lei e le sue amiche cercavano di sfuggire all’assalto di Hamas al festival Supernova. Gonen era stata al telefono con sua madre, Meirav Gonen, per tutta la mattina, da quando i terroristi avevano iniziato l’attacco alle 6,30. Era in macchina con le amiche quando, alle 10,15, ha detto a sua madre che erano state colpite e che stavano sanguinando. Quando l’auto è stata poi ritrovata, era vuota. Il telefono di Romi è stato poi localizzato a Gaza. Emily Damari, 27 anni, è stata presa in ostaggio quella stessa mattina durante l’assalto al kibbutz di Kfar Aza. Damari ha doppia cittadinanza britannico-israeliana. Il suo ultimo messaggio risale alle 10 del mattino quando scrisse che i terroristi erano nel suo isolato e sparavano intorno al suo appartamento. Bar Kislev, un amico sopravvissuto alla strage, ha poi raccontato di aver visto l’auto di Damari guidata da un terrorista fermarsi davanti a casa sua e poi dirigersi rapidamente verso Gaza. Su 37 residenti del quartiere «giovani generazioni» del Kibbutz Kfar Aza, 11 sono stati assassinati e sette sono stati rapiti e portati nella Striscia. Nel gennaio 2024, l’ex ostaggio Dafna Elyakim, 15 anni, raccontò che lei e la sorella minore, avevano incontrato in un tunnel di Hamas, Romy Gonen ed Emily Damari. Doron Steinbrecher, 31 anni, era nel suo appartamento dello stesso Kibbutz. Infermiera veterinaria, era in contatto con la sorella sposata, Yamit Ashkenazi e i loro genitori, che vivono tutti nel kibbutz. Alle 6,30 del mattino Ashkenazi era con la sua famiglia, compresi i suoi figli di 3 e 6 anni, nella safe room in cui sono rimasti per 21 ore, senza cibo nè acqua. I suoi genitori erano nella loro casa di Kfar Aza, e il loro giardino è stato usato dai terroristi come una specie di quartier generale senza che nessuno abbia mai tentato di entrare in casa. Alle 10.30, Doron ha detto ai suoi genitori che era spaventata e che i terroristi erano arrivati nel suo edificio. Poi ha inviato un messaggio vocale ai suoi amici in cui diceva: «Sono arrivati, mi hanno presa». I padre è sempre stato molto scettico sulle possibilità che fosse tra le prime a essere rilasciate: «E' giovane e non ha la doppia cittadinanza», ha detto. E invece stamattina il suo nome era in cima alla lista. Ma resta l’incertezza sulle condizioni di tutti i rapiti: stando a fonti di sicurezza israeliane citate dalla Radio militare, dei 33 da liberare nella prima fase solo 25 sarebbero vivi. Oltre alle tre già citate e a cinque soldatesse, tra le donne e bambini nell’elenco c'è anche la 33enne Shiri Silberman Bibas e i figli Ariel Bibas, 5 anni, e il fratellino Kfir Bibas di 2 anni, il più piccolo degli ostaggi di cui Hamas ha annunciato la morte ma che Israele non ha mai confermato. In cambio dei 33 ostaggi, l’Egitto ha dichiarato che Israele rilascerà più di 1.890 prigionieri palestinesi. Tra questi, oltre 1.100 sono stati catturati a Gaza durante l’offensiva dell’Idf, scrivono i media israeliani. Altri 737 sono invece membri di Hamas, della Jihad islamica e del movimento Fatah detenuti nelle carceri israeliane, insieme a donne e bambini. Tra loro c’è Zakaria Zubeidi, ex leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, braccio armato del partito Fatah. Arrestato nel 2019 per aver preso parte a sparatorie in Cisgiordania, si ritiene sia stato coinvolto in numerosi attacchi terroristici, tra cui un attacco che ha ucciso sei persone nella filiale di Beit Shean del partito Likud nel 2002, al culmine della Seconda Intifada. Nel settembre 2021, lui e cinque membri della Jihad islamica sono evasi di prigione nel nord di Israele, prima di essere nuovamente arrestati giorni dopo. Nell’elenco figura anche Khalida Jarrar, parlamentare palestinese membro di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, designata come organizzazione terroristica da Israele, Stati Uniti e Ue. Saranno rilasciati anche tre membri del cosiddetto ‘Squadrone Silwan’, cellula di Hamas che ha effettuato cinque attentati in Israele tra marzo e giugno 2002, uccidendo 35 persone e ferendone centinaia.