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Guerra dei dazi: nel 1930 l’America affondò il commercio globale e aggravò la Grande Depressione

Nel giugno del 1930, con l’economia americana già in ginocchio dopo il crollo di Wall Street del ‘29, il Congresso degli Stati Uniti compì una scelta destinata a cambiare il corso della storia: alzare un muro di tariffe per proteggere il mercato interno. Il Tariff Act, meglio noto come Smoot-Hawley, non fu solo un provvedimento economico, ma un colpo durissimo al fragile equilibrio del commercio mondiale.

L’idea era semplice: aumentare i dazi su oltre 20.000 prodotti importati per tutelare l’agricoltura e l’industria americana, minacciate dalla crisi. Ma l’effetto fu devastante. Nel giro di pochi mesi, Europa, Canada e altre potenze reagirono con dure ritorsioni commerciali, chiudendo le porte ai prodotti americani e scatenando una spirale protezionistica senza precedenti.

L’effetto domino: il crollo del commercio globale

La risposta internazionale non si fece attendere: entro il 1932, oltre due dozzine di paesi adottarono misure protezionistiche simili, facendo collassare le esportazioni americane e riducendo gli scambi commerciali globali di circa due terzi. Quello che doveva essere un argine alla crisi si trasformò in un acceleratore della Grande Depressione, aggravando i fallimenti bancari, la disoccupazione e la miseria.

Ma gli effetti non furono solo economici. L’isolazionismo americano spinse molte nazioni a cercare nuove alleanze e strategie di autosufficienza, frammentando ulteriormente l’ordine internazionale. In Germania, il protezionismo esasperato rafforzò il risentimento economico e sociale, favorendo l’ascesa di Hitler, mentre in Giappone spinse Tokyo verso un’espansione aggressiva in Asia.

Una retromarcia tardiva

Solo quattro anni dopo, con il mondo ormai impantanato nella crisi, il presidente Franklin D. Roosevelt decise di invertire la rotta. Con il Reciprocal Trade Agreements Act del 1934, gli Stati Uniti iniziarono a negoziare riduzioni tariffarie bilaterali, ponendo le basi per un nuovo modello di cooperazione commerciale.

Ma il danno era fatto. Il fallimento dello Smoot-Hawley Tariff Act restò come monito di ciò che accade quando il protezionismo diventa un’arma economica. Oggi, quasi un secolo dopo, la storia continua a ripetersi: ogni volta che le grandi potenze tentano di chiudersi in sé stesse, il mondo intero paga il prezzo.

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