
A Mosca prevale scetticismo sulla proposta di tregua di 30 giorni emersa dai colloqui di Gedda. Secondo fonti russe citate da Reuters, il cessate il fuoco non potrà avvenire senza garanzie concrete per la Russia e senza riconoscere i progressi militari di Mosca.
Una fonte di alto livello vicina al Cremlino ha affermato che Vladimir Putin difficilmente accetterà una pausa nei combattimenti senza definire i termini dell’accordo e senza un ritorno strategico per la Russia.
Mosca: la tregua non può favorire Kiev
«Putin ha una posizione di forza perché la Russia sta avanzando», ha dichiarato la fonte, sottolineando che il Cremlino accetterà una tregua solo se non comprometterà i successi militari ottenuti. La leadership russa ritiene che un congelamento del conflitto possa avvantaggiare l’Ucraina e i suoi alleati, consolidando le loro posizioni sul terreno e fornendo il tempo necessario per riorganizzare le difese.
Per Mosca, ogni trattativa è legata all’evoluzione militare e all’obiettivo di consolidare il controllo sulle aree occupate. La Russia considera una pausa nei combattimenti senza concessioni come una strategia rischiosa, che potrebbe ridurre il suo vantaggio tattico.
L’Occidente attende la risposta del Cremlino
Mentre il Cremlino prende tempo, la proposta di tregua è stata accolta con interesse dalle potenze occidentali. Gli analisti militari, però, avvertono che un cessate il fuoco non significa automaticamente pace, ma potrebbe servire come fase interlocutoria per nuovi negoziati.
Anche gli alleati di Kiev restano cauti: una tregua senza l’impegno di Mosca al ritiro delle truppe rischia di trasformarsi in un vantaggio strategico per la Russia.
La strada verso un vero accordo appare ancora lunga. Putin continua a giocare la carta della pressione militare, mantenendo aperta la via diplomatica ma senza rinunciare agli obiettivi strategici sul campo di battaglia.
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