
Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Mike Waltz, potrebbe essere destituito in seguito alla clamorosa fuga di notizie che lo ha visto aggiungere un giornalista a una chat su Signal nella quale venivano discussi i piani per l’attacco dello scorso 16 marzo contro gli Houthi in Yemen. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, interpellato ieri sera dai cronisti, ha sostenuto di aver appreso da loro per la prima volta dell’imbarazzante incidente. Fonti dell’amministrazione Usa hanno riferito invece a 'Politicò che Trump ha discusso con Waltz dell’accaduto e valuterà nei prossimi giorni se rimuoverlo o meno, a seconda dell’impatto che avrà la vicenda sull'opinione pubblica.
Il caso è esploso nella giornata di ieri quando il direttore di 'The Atlantic', Jeffrey Goldberg, ha pubblicato un articolo nel quale rivelava di aver ricevuto da un profilo a nome di Mike Waltz un invito a unirsi a Signal e, quindi, a una chat denominata «Houthi PC small group». Tra i membri del gruppo figuravano, tra gli altri, il segretario alla Difesa, Pete Hegseth; il direttore della Cia, John Ratcliffe; la direttrice della National Intelligence, Tulsi Gabbard; il vicepresidente JD Vance e lo stesso Waltz. Nel pezzo, dal memorabile titolo 'L'amministrazione Trump mi ha inoltrato per sbaglio i suoi piani di guerrà, Goldberg spiega di aver letto nella chat messaggi attribuibili a Hegseth nei quali venivano condivise nei dettagli informazioni operative (obiettivi, armi impiegate, sequenza dei bombardamenti) sugli attacchi contro i miliziani sciiti, sferrati appena poche ore dopo.
A questo punto Goldberg, incredulo, non aveva avuto più dubbi: quella chat includeva davvero i massimi vertici della difesa e dei servizi Usa. Il direttore di 'The Atlantic' aveva quindi deciso di abbandonarla, non prima di aver appreso altre informazioni riservate, tra cui l’identità di un agente della Cia sotto copertura, citato con nome e cognome dallo stesso Ratcliffe. Brian Hughes, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha confermato che la chat «sembra essere autentica».Gli interrogativi in sospeso restano, nondimeno, parecchi. In primo luogo, ci si chiede perchè alcuni tra i massimi rappresentanti del potere di Washington utilizzassero una piattaforma di messaggistica per il grande pubblico invece dei canali riservati e protetti a loro disposizione. Non è inoltre chiaro per quale ragione Waltz avesse aggiunto alla chat Goldberg, che nel suo articolo parla di un «errore». E, soprattutto, ci si domanda se Waltz sopravviverà a quella che il giornalista ha definito «una fuga di notizie scioccante».
Le fonti interpellate da 'Politicò fanno previsioni diverse sul destino di Waltz e sono d’accordo su una cosa sola: alla fine sarà Trump a decidere. Un funzionario della Casa Bianca è tranchant: «Su una cosa possono essere tutti d’accordo: Waltz è un fottuto idiota». E’ sull'opportunità che il Consigliere per la Sicurezza Nazionale rimanga al suo posto che le posizioni divergono. Secondo un altro funzionario sentito da 'Politicò, «metà» dello staff presidenziale sostiene che Waltz «non sopravviverà mai o non dovrebbe sopravvivere» alla colossale gaffe che rischia di mettere Trump in una «brutta posizione».
«E' stato incosciente non verificare chi ci fosse nella chat, è stato incosciente avere quella conversazione su Signal. Non puoi essere incosciente se sei il Consigliere per la Sicurezza Nazionale», osserva la fonte. Altri sostengono che Trump non intenda privarsi di un collaboratore così prezioso, soprattutto nel bel mezzo della delicatissima trattativa con la Russia per un cessate il fuoco in Ucraina. Un terzo funzionario ha assicurato a 'Politicò che Waltz continua a godere della fiducia del presidente, che è poi il messaggio che viene trasmesso nelle dichiarazioni ufficiali. Lo speaker repubblicano della Camera dei Rappresentanti, Mike Johnson, ha espresso «piena fiducia» per Waltz, che ha definito «eccezionalmente qualificato per l’incarico, nato per quell'incarico».
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, in una nota, ha osservato che «gli attacchi sugli Houthi, come ha detto il presidente, sono stati di grandi successo ed efficacia» e ha garantito che Trump «continua a riporre la massima fiducia» in Waltz. I Democratici, che si ricordano benissimo dei violenti attacchi a Hillary Clinton per il ricorso all’email privata quando era segretario di Stato, hanno chiesto un’immediata indagine. Il senatore del Delaware Chris Coon, capo della rappresentanza democratica in Commissione Bilancio, ha addirittura sostenuto che tutti i partecipanti alla chat «hanno commesso un crimine che, anche se accidentale, normalmente prevederebbe il carcere».
Nell’ala più radicale e isolazionista del 'Gop' c'è chi, da parte sua, ritiene che la familiarità tra Goldberg e Waltz dimostri che quest’ultimo, ex consigliere dell’ex vicepresidente Dick Cheney, non abbia mai tradito la sua passata fede neo-con e si sia convertito al verbo 'Magà per convenienza. I trumpiani duri e puri, sostiene più di una testata Usa, vedono quindi confermati i loro sospetti su Waltz e intendono cogliere l’occasione per chiederne la testa. Quanto alla reazione del presidente, le fonti di 'Politicò suggeriscono che Trump, più che per la gaffe di Waltz, sia irritato per le parole attribuite a Vance e Hegseth, che hanno discusso l’opportunità di ritardare di un mese l’intervento in Yemen per valutarne l’impatto interno e non fare subito un favore ai vituperati europei, principali beneficiari di una fine degli attacchi degli Houthi ai mercantili nel Mar Rosso. La pessima considerazione di Vance per gli alleati del vecchio continente, già evidente nel durissimo intervento alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, si fa ancora più esplicita.
«Se pensate che dovremmo farlo, andiamo. Però odio salvare di nuovo l’Europa», scrive il vicepresidente in un messaggio rivelato da 'The Atlantic'. «Condivido del tutto il tuo disprezzo per lo scroccone europeo. E’ PATETICO. Ma Mike (Waltz, nda) ha ragione, siamo gli unici sul pianeta (dal nostro lato della barricata) che possono farlo», risponde Hegseth. Vance non si ferma qua. «Non sono sicuro che il presidente si renda conto di quanto ciò sia incoerente con il suo attuale messaggio sull'Europa», asserisce il vicepresidente. Parole che non devono essere state accolte bene da Trump, che non ama essere contraddetto e, secondo numerose ricostruzioni, nutre crescente insofferenza per il protagonismo e i toni polemici di Vance, non finalizzati, come nel caso del presidente, a spuntare un accordo migliore al termine di una trattativa. Trump, è la lettura offerta del 'Guardian', non vuole tagliare i cordoni con gli europei ma sta facendo la voce grossa per ottenere finalmente che spendano in difesa le cifre adeguate. Vance, invece, sembra nutrire un’antipatia di principio nei confronti dell’attuale struttura dell’alleanza atlantica. Differenze di non poco conto, nell’approccio alla politica estera, che le involontarie rivelazioni hanno reso inequivocabili
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