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Ingv: ecco perché il terremoto in Myanmar è stato così violento

Lo scenario per il quale si possano verificare scosse altrettanto forti rispetto a quella avvenuta ieri in Myanmar è «abbastanza improbabile» anche se possibile. «Sicuramente avremo invece delle scosse d’assestamento anche di magnitudo intorno a 6».

A spiegarlo all’ANSA è Lucia Margheriti, direttrice dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

Altri terremoti importanti su questa faglia risalgono a poco meno di un secolo fa: «Tra il 1929 e il 1931 ci sono state quattro scosse di magnitudo superiore a sette», ricorda Margheriti. «Questo ci fa pensare che in questa regione si possa verificare il cosiddetto fenomeno dei terremoti a cascata».

Il terremoto di magnitudo 7.7 in Myanmar è avvenuto «lungo una faglia trascorrente, quindi con prevalente movimento orizzontale, che si trova proprio lungo il margine tra la placca indiana e quella euroasiatica», precisa la sismologa. «Si è mosso un segmento di circa 200 chilometri e questo spiega la magnitudo del terremoto».

Dopo 12 minuti dalla prima scossa «è avvenuta una replica importante, rivalutata adesso come magnitudo 6.7. Ci sono stati poi nelle ore successive altri terremoti, specialmente nella parte sud della faglia che si è mossa ieri, ma tutti di magnitudo massima intorno a 5 e poco più».

La faglia trascorrente accomoda lo spostamento continuo tra la placca indiana e quella eurasiatica. «Queste due placche tettoniche si muovono reciprocamente a una velocità di circa 40 millimetri l’anno», e proprio la faglia interessata dal sisma «accomoda almeno la metà di questo spostamento».

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