
I proprietari e gli armatori della maggior parte delle navi di fabbricazione cinese dovranno pagare nuove tasse quando attraccano nei porti statunitensi. La nuova misura annunciata da Washington entrerà in vigore tra 180 giorni e l’importo aumenterà gradualmente. Saranno interessati anche i proprietari e gli operatori cinesi di imbarcazioni non prodotte in Cina, ha spiegato il rappresentante per il Commercio della Casa Bianca (Ustr). Tali tariffe saranno addebitate per ogni visita negli Stati Uniti, non per ogni porto Usa visitato, per un massimo di cinque volte all’anno per nave.
L’Ustr ha inoltre previsto una tariffa specifica per le imbarcazioni costruite all’estero che trasportano veicoli, anch’essa in vigore tra 180 giorni. Sono previste misure anche per le navi che trasportano gas naturale liquefatto (gnl). «L'Ustr ha intrapreso un’azione mirata per ripristinare la cantieristica navale americana e rispondere alle azioni, alle politiche e alle pratiche irragionevoli della Cina volte a dominare i settori marittimo, logistico e della cantieristica navale», ha affermato il rappresentante per il Commercio nella dichiarazione ufficiale.
Immediata la risposta di Pechino, con il portavoce del ministero degli Affari Esteri, Lin Jian, che nel consueto briefing con i giornalisti ha sottolineato che le nuove tasse portuali «saranno dannose per tutti». E ha affermato: «Faranno aumentare i costi di spedizione globali» e aumenteranno «le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti», aggiungendo che «non faranno rivivere l’industria cantieristica americana».
Nel 2024, l’ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva incaricato l’Ustr di indagare sulle «pratiche sleali della Cina nei settori della cantieristica navale, del trasporto marittimo e della logistica». L’indagine è stata portata avanti da Donald Trump, che all’inizio di marzo ha anche annunciato la creazione di un Ufficio per la costruzione navale da affiancare alla Casa Bianca.
Dominante alla fine della seconda guerra mondiale, l’industria navale americana ha progressivamente perso colpi e oggi rappresenta solo lo 0,1% della cantieristica navale a livello mondiale, dominata ormai dall’Asia, con la Cina che costruisce quasi la metà delle navi varate, davanti a Corea del Sud e Giappone. Secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad), questi tre paesi asiatici rappresentano oltre il 95% delle navi civili costruite.
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