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Blackout in Spagna, Portogallo e a sud della Francia. Problemi nei trasporti a Madrid. Sanchez: "Nessuna ipotesi esclusa sulle cause"

«Al momento non ci sono prove di attacchi informatici», ha assicurato l’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica

Il mondo si è spento alle 12:32 in Spagna. E dall’altra parte del Guadiana, in Portogallo, dove per la volubilità del fuso orario erano le 11:32. La corrente è saltata ovunque e la Penisola Iberica è finita nel caos. La luce è mancata anche nei Paesi Baschi francesi, ma solo per qualche minuto. Fermi metropolitane e treni, spenti i semafori, traffico in tilt. Bloccati gli ascensori: nella sola Madrid i vigili del fuoco hanno fatto 286 operazioni di salvataggio. Niente luce in abitazioni, uffici pubblici, bar, nè wi-fi e traffico dati. Impossibile ritirare soldi ai bancomat o pagare con carte di credito. Non si fermano gli ospedali, grazie ai generatori, e neppure gli aeroporti anche se gli aerei accumulano ritardi e si è dovuto tagliare il 20% dei voli. Si bloccano anche i reattori delle centrali nucleari, ma anche qui i generatori subentrano a garantirne la sicurezza. Annullati gli incontri ai Masters 1000 di tennis di Madrid. Confermato invece il congresso del Partito popolare europeo a Valencia.

"La fornitura di elettricità, in serata, è stata ripristinata nel 20% della Spagna continentale" ha annunciato in serata il gestore della rete elettrica spagnola Ree su X, dopo una lunga interruzione di corrente che ha interessato l’intera penisola iberica. «Oltre 1/5 della domanda della penisola è stata ripristinata, con 5.508 MW provenienti dalla produzione indipendente e dall’interconnessione con la Francia. La fornitura sta gradualmente riprendendo in tutte le zone elettriche del territorio», ha scritto Ree.

In Italia, la memoria è andata subito a quel 28 settembre del 2003, quando in piena notte un guasto alla linea elettrica in Svizzera fece saltare la corrente per ore e ore in tutta la Penisola.

A metà pomeriggio, quando il premier Pedro Sanchez ha parlato al Paese dalla Moncloa, non c'era ancora nessuna certezza su cosa abbia provocato il più massiccio blackout mai visto nella Penisola Iberica. «Non escludiamo alcuna ipotesi», ha ammesso Sanchez. "Non abbiamo informazioni conclusive sui motivi di questa interruzione», ha chiarito. Prima di chiedere agli spagnoli di non rincorrere bufale: «Chiedo ai cittadini di informarsi attraverso i canali ufficiali. E’ meglio non fare illazioni».

Inevitabilmente, in tempi di guerre cibernetiche, il pensiero è andato a un possibile attacco hacker in grande stile. Ma le agenzie nazionali per la sicurezza cibernetica e quella europea hanno fatto a gara a rassicurare i cittadini senza però fornire certezze. «Al momento non ci sono prove di attacchi informatici», ha assicurato l’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica (Enisa). «Al momento», appunto.

L’unica cosa che pare sicura è che l’interruzione sia partita dalla Spagna dove si sono verificate oscillazioni anomale nelle linee ad alta tensione. Su questo concordano sia il gestore spagnolo Red Electrica (Ree) sia quello portoghese, la Ren. Ma i lusitani hanno fatto un passo in più: si sarebbe trattato di un raro fenomeno atmosferico noto come «variazione atmosferica indotta», che ha provocato picchi tali da causare errori di sincronizzazione tra i sistemi. A caduta, ci sono state perturbazioni in tutta la rete europea interconnessa. Se così fosse, potrebbe volerci una settimana per tornare alla normalità. Poco prima delle 15, ora italiana, il gestore spagnolo ha avvertito che sarebbero servite almeno 6/10 ore per ripristinare la piena operatività della rete. E da metà pomeriggio pian piano la luce è iniziata a tornare qua e là. In Catalogna, Aragona, Paesi Baschi, Galizia, Asturie, Navarra, Castiglia e Leon, Estremadura e Andalusia. A Siviglia è partito l’applauso quando si è capito che la corrente funzionava di nuovo. In serata, la corrente era tornata in aree di tutte le regioni, ma non ovunque ancora. E da qui a tornare alla vita normale il passo è lungo. Nelle località turistiche, ristoranti e bar hanno chiuso i battenti nell’incertezza, mentre i supermercati sono stati presi d’assalto. Ma solo da chi aveva contanti; se il Covid è riuscito a imporre la moneta elettronica, il blackout ha ricordato a tutti quanto la tecnologia sia vulnerabile.

La circolazione dei treni a lunga percorrenza non riprenderà almeno fino a domani in Spagna, ha avvertito il ministro dei Trasporti Oscar Puente, mentre si sta lavorando per far riprendere il traffico locale due ore dopo che l’energia sarà tornata. Si è preferito concentrare le risorse sul salvataggio delle migliaia di persone intrappolate nei convogli bloccati, in superficie e nelle metropolitane. Le stazioni più importanti resteranno aperte tutta la notte per dare rifugio a chi non può tornare a casa.

Il premier Sanchez ha chiesto responsabilità agli spagnoli, soprattutto nell’uso dei cellulari: «Fate telefonate brevi e solo quando indispensabile». E ha promesso che si sta lavorando senza sosta per ripristinare la corrente ovunque. Alla Spagna e al Portogallo è arrivato immediatamente il sostegno dell’Unione europea. E l’offerta generosa di un Paese che sperimenta interruzioni di corrente quotidiane, ma a causa dei bombardamenti: «L'Ucraina è pronta ad aiutare Spagna e Portogallo», ha detto il ministro dell’Energia, German Galushchenko, «a condividere la sua esperienza» di blackout «visti gli attacchi sistematici russi a infrastrutture energetiche»

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