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Armi sempre più sofisticate nella guerra in Ucraina: bombe termobariche e droni marini negli arsenali

Ordigni russi devastano le città, i Magura proteggono il mare

Attacchi dal cielo, difesa dal mare: la guerra in Ucraina si combatte con arsenali aerei, di terra e marini sempre più ampi e sofisticati. E tra le armi più micidiali a sua disposizione, la Russia utilizza bombe e missili termobarici, che trasformano l’ossigeno in una fiammata di morte e un’onda d’urto in grado di infiltrarsi negli edifici e devastare oggetti e persone. Dall’altra parte del fronte, Kiev punta sullo sviluppo dei droni, sempre più utilizzati sul campo di battaglia anche nel Mar Nero, dove l’ucraino Magura è riuscito per la prima volta ad abbattere un jet russo, stando alle rivendicazioni del Gur.

Il MAGURA V5 è un motoscafo senza pilota lungo 5 metri e mezzo interamente realizzato in Ucraina. Il drone ha colpito il suo primo bersaglio il 29 ottobre 2022 nel Mar Nero, danneggiando la «Admiral Makarov» della flotta russa. Ha una velocità che può raggiungere i 78 chilometri orari e una grande manovrabilità, che lo rende stabile, assicura il produttore, l'azienda governativa Spetstechnoexport. Destinato anche a scopi di sorveglianza o di ricerca e soccorso, ha una capacità di trasportare 320 kg di esplosivo diventa un’arma micidiale, in grado di colpire anche senza intervento umano fino a 800 km. In oltre tre anni di guerra, il Magura è stato utilizzato per danneggiare e affondare le navi russe nel Mar Nero, creando non pochi problemi alla Marina di Mosca. E la sua efficacia è stata rivendicata anche nella difesa dei cieli: dopo aver abbattuto due elicotteri russi Mi-8 il 31 dicembre 2024, sabato il Gur ha rivendicato di aver distrutto un jet Su-30, utilizzando un Magura dal quale sono stati lanciati missili R-73.

L’ORDIGNO TERMOBARICO è denominato anche bomba a vuoto perché, come scrive la Treccani, «all’atto dell’esplosione priva dell’aria l’ambiente nel quale deflagra». In termini tecnici, una bomba termobarica funziona in due fasi: una carica esplosiva disperde combustibile nell’aria, che si trasforma a contatto con l'ossigeno in una nuvola infiammabile che può infiltrarsi in strutture, tunnel, ambienti non sigillati. Una seconda carica accende la nuvola, generando un’esplosione ad alta temperatura e un’onda d’urto prolungata, con una pressione e un calore che devastano l’area nel raggio d’azione. Utilizzata per la prima volta dagli Usa negli anni '60, anche i russi hanno sviluppato la loro bomba termobarica che oggi viene regolarmente utilizzata in Ucraina, dove Mosca ha schierato i sistemi lanciarazzi TOS-1 capaci di lanciare questi ordigni. Per ultimo, nell’attacco della notte tra venerdì e sabato a Kharkiv, ma anche contro la controffensiva di Kiev a Kursk. Anche Kiev ha deciso di ricorrere a cariche termobariche di piccole dimensioni montate sui droni di guerra lanciati contro le difese russe.

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