
E’ salito a 33 morti il bilancio del bombardamento israeliano che ha colpito una scuola a Città di Gaza. Lo riferisce la protezione civile del territorio palestinese, secondo la quale la struttura ospitava sfollati. L’esercito israeliano sostiene invece che l’edificio fosse un centro di comando utilizzato da Hamas e dalla Jihad Islamica.
Secondo il comunicato militare, «il centro di controllo e comando veniva utilizzato dai terroristi per pianificare e raccogliere intelligence allo scopo di eseguire attacchi terroristici contro civili e truppe israeliane». L’Idf assicura di aver «adottato numerose misure, prime dell’attacco, per mitigare il rischio di colpire i civili, tra cui l’utilizzo di munizioni di precisione e sorveglianza aerea».
Il leader di Hezbollah Naim Kassem ha ribadito la posizione del gruppo libanese, secondo cui non discuterà della rinuncia alle armi ancora in suo possesso fino a quando Israele non si ritirerà dalle cinque postazioni di confine nel Libano meridionale e non cesserà gli attacchi aerei. Lo ha dichiarato in occasione dell’anniversario di Israele dal Libano meridionale nel 2000, secondo quanto riferito da Al Jazeera.
In base all’accordo, Israele e Hezbollah avrebbero dovuto ritirare le forze dal Libano meridionale. Ma le autorità israeliane hanno dichiarato di voler rimanere nelle cinque postazioni a tempo indeterminato per proteggere il confine.
«Abbiamo aderito pienamente» all’accordo, ha dichiarato Kassem. «Non chiedeteci altro d’ora in poi. Fate in modo che Israele si ritiri, cessi la sua aggressione, rilasci i prigionieri e adempia a tutti gli obblighi previsti dall’accordo. Dopodichè, discuteremo ogni nuovo sviluppo».
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